Appello del travel: “Il governo difenda i voucher”
Il governo deve difendere la sua posizione. “Strenuamente e pubblicamente”, dicono all’unanimità Aidit, Assoviaggi, Astoi e Fto, subito scese in campo a seguito delle procedure d’infrazione Ue sull’Italia relativamente ai voucher, che ora vanno resi “maggiormente flessibili, non mettendo minimamente in discussione il principio sul quale si fonda la norma”.
Un eventuale ripensamento, scrivono in una nota congiunta le quattro associazioni di categoria, vorrebbe dire “condannare a morte sicura migliaia di imprese, la perdita dell’occupazione per milioni di lavoratori e non garantire affatto i diritti dei consumatori che, una volta fallite le aziende, non avranno più né voucher né rimborsi”.
Le procedure Ue interessano decine di Stati membri, non solo l’Italia. “Questo testimonia che lo strumento del voucher, come forma di rimborso, è stato identificato dai legislatori dei vari Paesi come miglior compromesso tra gli interessi in gioco. Gli Stati coinvolti hanno due mesi di tempo per rispondere alla Commissione e identificare le soluzioni da adottare per risolvere le criticità identificate, in assenza delle quali l’Unione può procedere con un parere motivato, ovvero con una richiesta formale di adeguamento al diritto comunitario, ovvero il regolamento 261 del 2004, per quanto riguarda i vettori, e la direttiva sui pacchetti turistici e servizi turistici collegati, per quanto riguarda il comparto del turismo organizzato”.
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Lo scorso 13 maggio, ricordano Aidit, Assoviaggi, Astoi e Fto, la Commissione europea aveva emanato un’apposita raccomandazione a supporto degli Stati per rendere i voucher una misura di rimborso appetibile, flessibile e affidabile. “Da tale raccomandazione sono scaturite delle ipotesi di modifica della norma italiana (art. 88 bis del dl Cura Italia), previste in alcuni emendamenti al decreto Rilancio, tra cui l’introduzione dell’allungamento del periodo di validità da 12 a 18 mesi, il diritto al rimborso monetario in caso di mancato utilizzo, la cedibilità e la creazione di un fondo nazionale per rimborsare i voucher in caso di insolvenza o fallimento dell’operatore”.
I tour operator e le agenzie di viaggi, peraltro, hanno già spontaneamente adottato forme di flessibilità dello strumento, allungando la sua validità a 18 mesi e rendendolo rimborsabile al termine del periodo ove non fruito. “Quindi, gli operatori non hanno mai inteso negare alcun diritto ai viaggiatori e sono già pronti a rimborsare al termine del periodo di validità del voucher – spiegano le associazioni – A distanza di quattro mesi dallo stop dei viaggi, le imprese della filiera del turismo organizzato non hanno ancora ricevuto altre misure di sostegno e risorse adeguate per garantire la propria sopravvivenza. Per queste imprese la ripresa sarà lentissima, si stima infatti un ritorno alla normalità non prima del 2022. Allo stato attuale sarebbe quindi impossibile per le aziende poter far fronte a richieste di restituzione di milioni di euro relativi al costo di pacchetti annullati, avendo cessato ogni produzione sin da metà febbraio e avendo, nella maggior parte dei casi, già provveduto a pagare i servizi richiesti dai viaggiatori ai fornitori”.
L’insieme dei diritti dei viaggiatori e degli oneri a carico delle imprese previsti dalla direttiva sui pacchetti turistici “non risulta chiaramente compatibile con una pandemia imprevedibile e globale che sta mettendo in ginocchio l’intera filiera turistica e in serio rischio i relativi livelli occupazionali. Le conseguenze che tale pandemia ha causato e continua a causare possono essere paragonate a quelle di un conflitto bellico e\o post bellico e, pertanto, necessitano di risposte normative idonee a gestire gli impatti socio-economico determinati da una situazione di ‘guerra’. Ciò suffraga la natura straordinaria della norma che ha introdotto i voucher e ne conferma la portata volta a tutelare interessi pubblici superiori, vale a dire l’equilibrio di un sistema economico che sarebbe già al tracollo se tale norma non fosse stata emanata”.