Il turismo è l’unica via di uscita per salvare il settore dell’autonoleggio: questo l’appello lanciato da Aniasa, l’associazione che rappresenta il rent.
“Se si vuole evitare il collasso dell’intera filiera turistica, oggi sull’orlo del baratro, e provare a salvare almeno in parte la prossima stagione estiva – si legge nella nota stampa dell’associazione – è necessario prevedere fin da oggi misure di incentivo della domanda e campagne di comunicazione che possano mantenere attrattivo il nostro Paese per i turisti stranieri. Tutto partendo, naturalmente, da una reale accelerazione della campagna vaccinale, decisiva per il futuro prossimo dal punto di vista sanitario ed economico”.
Un appello diffuso in occasione della divulgazione dei dati annuali sull’andamento del noleggio veicoli a breve termine nel 2020 che certificano un giro d’affari più che dimezzato:ovvero 594 milioni di euro pari ad un -52% rispetto al 2019, con 2,1 milioni di noleggi ovvero -60% e solo 63mila vetture immatricolate contro le 138mila certificate nel 2019 e oltre 8 milioni di ore di cassa integrazione fruite dagli addetti al settore.
«Il settore sta forse attraversando il momento più difficile dal suo arrivo in Italia. Le gravi perdite di questi mesi hanno costretto molti operatori meno strutturati a chiudere – ha evidenziato il presidente Aniasa, Massimiliano Archiapatti – Avrà un’importanza vitale, quindi, l’accelerazione promessa dal nuovo governo sul fronte della campagna vaccinale. Ma, da sola, non basterà. Riteniamo necessario, da una parte, prevedere norme e protocolli che contribuiscano a richiamare il prima possibile i turisti e contestualmente una massiva ed efficace iniziativa promozionale per rilanciare il turismo nostro Paese, contribuendo a promuovere l’immagine di un territorio sicuro; dall’altra, andrà stimolata la domanda con strumenti innovativi destinati a tutti i cittadini. Per questo abbiamo proposto all’esecutivo di estendere a tutti i servizi connessi alla filiera turistica solo per il biennio 2021/22 l’aliquota Iva agevolata al 10%. Misura che avrebbe senz’altro positivi effetti economici e finanziari su tutti gli operatori, dagli alberghi ai servizi di ristorazione, alle attività commerciali di artigiani e di prossimità».
Prima della pandemia ogni anno erano oltre 5,5 milioni i contratti sottoscritti dagli operatori dell’autonoleggio per motivi di turismo presso aeroporti, stazioni ferroviarie, punti di snodo e centri cittadini, per un totale di 35 milioni di giornate di noleggio.