Arkus svela le carte del caso Atlantide
Ha con sé un plico con la documentazione raccolta e trasmessa all’ufficio legale Salvatore Tuttolomondo, chief financial officer di Arkus Network. È lui dagli uffici del Gianicolo, a Roma, a dire la sua – carte alla mano – sulla trattativa I Viaggi di Altantide-Partours, oggetto di un recente botta e risposta a mezzo stampa. «Agiremo in sede penale, i nostri legali stanno completando il fascicolo. Chiederemo danni e crediti. Siamo stati accusati di esserci appropriati di soldi di loro pertinenza e già questo è un atto di diffamazione aggravata, quando in realtà siamo noi che abbiamo subito un tentativo di frode contrattuale», afferma l’uomo-chiave di casa Arkus, al suo debutto alla stampa romana dopo il vero esordio a Palermo.
Impresa Viaggi Sealine, società a responsabilità limitata a cui fa capo I Viaggi di Atlantide, in una mail del 3 giugno ricorda a Partours di aver incassato importi, in esecuzione del contratto di cessione del ramo d’azienda, per un valore di 32mila euro corrispondendo ai fornitori 18mila euro, quindi di essere ancora in possesso di 14mila euro. Ma, spiega Roberto Bergamo, amministratore delegato di Partours: «Abbiamo incassato dalle agenzie 32.425,28 euro e pagato i fornitori 32.118 euro». Il delta di 307,28 euro è in una busta mostrata proprio in conferenza stampa da Tuttolomondo.
Da parte sua, il general manager di Arkus Network Federico Lombardi racconta del suo ingresso in azienda dopo la firma del preliminare e della situazione emersa dopo qualche giorno: «Al 31 marzo l’attivo non si è dimostrato tale. Ero stato avvicinato da Pierre Radici poco prima della Bmt. Lui era reduce dalla trattativa fallita con Futura Vacanze e, sulla base dei numeri che mi aveva fornito, ho giudicato la situazione di interesse. Dopo la firma del premilinare sono entrato in azienda e ho passato 15 giorni a incontrare i creditori per provare a risollevare la società. Ma il debito era molto più consistente di quello indicato da Radici. Nel preliminare avevano dichiarato 2.900.000 milioni di debiti, che invece si sono rivelati 5.100.000 totali, quasi il doppio. Inoltre ci siamo accorti della resistenza da parte di Neos a fornire i servizi anche a fronte di pagamenti anticipati, se effettuati da I Viaggi di Atlantide».
Se il tour operator ha dichiarato nel contratto preliminare un debito complessivo di 2.900.000 di euro, il solo vettore di casa Alpitour ha dichiarato di avere un credito di 2.400.000 euro nei confronti de I Viaggi di Atlantide.
Oltre ad adire alle vie legali per risolvere la vicenda, Tuttolomondo dichiara di voler fare chiarezza nel rapporto tra Arkus-Partours e Alpitour.
«È quantomeno sospetto il tempismo del comunicato del vettore, proprio mentre stavamo finalizzando un’acquisizione. Rischiavamo di perdere un’operazione da 50 milioni di euro (Palermo Calcio, ndr). È del 2 maggio la comunicazione del vettore sul fatto che non pagavamo i viaggi aerei, quando in realtà non abbiamo mai rilasciato titoli di viaggio come Partours, non ci sono impegni di debito verso Neos. Aldo Sarnataro (direttore commerciale della compagnia, ndr) dovrà rendere conto a noi e non solo», afferma il cfo, secondo cui «l’Enac dovrà fare chiarezza. Altrimenti che fa, il passacarte di Alpitour?».
Sarà il vicepresidente di Partours, Umberto Solimeno, a provare ad appianare la questione con l’Enac: «Ci sono informazioni distorte che sono state riportate e devono essere corrette. Si è creata una situazione paradossale, visto che abbiamo ricevuto dati difformi da quelli reali. Partours e Arkus non hanno nulla a che vedere con i fatti dichiarati successivamente da Neos e cercherò di ricomporre la vicenda in via extragiudiziale».
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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