Arriva l’Overtourism Index per misurare e combattere il fenomeno

Arriva l’Overtourism Index per misurare e combattere il fenomeno
11 Settembre 12:22 2024 Stampa questo articolo

Crescita eccessiva del numero di visitatori in un determinato territorio. Altrimenti detto overtourism. Un fenomeno messo in ombra dall’era Covid e oggi tornato più che mai alla ribalta. Tra gli effetti negativi riscontrati: aree naturali danneggiate, tempi di attesa interminabili per visitare i siti storici, qualità di vita degradata per le popolazioni locali, esperienza di viaggio deteriorata.

C’è chi, come Aitr, ha lanciato le regole per prevenire il sovraffollamento turistico; chi, come Roberta Garibaldi, propone le mosse principali per combatterlo; chi, come la Grecia e Barcellona, aumenta le tasse per ridurlo. E c’è anche – proprio oggi – chi riflette sugli ultimi balzelli: «A volte, il sospetto è che alcune misure siano un modo un po’ furbesco per dare l’idea di fare qualcosa e nel mentre rimpinguare l’erario» (il corsivo del giorno sul Corriere della Sera di Federico Thoman, ndr).

Gli effetti dell’overtourism, comunque, sono difficili da misurare. Da qui l’ambizione della piattaforma Evaneos, con la società di consulenza Roland Berger, che ha sviluppato il primo Overtourism Index, per andare oltre le impressioni e fornire un approccio oggettivo ai modelli turistici che possa diventare uno strumento decisionale per l’industria del travel.

L’indice propone tipologie di overtourism basate sull’analisi di un campione di 70 destinazioni tra le prime 100 in termini di numero di visitatori. Per misurare il loro grado di esposizione all’overtourism, ogni destinazione viene classificata da 1 a 5 in base a quattro criteri oggettivi: densità turistica per abitante, densità turistica per km², stagionalità e maturità del Paese ospitante in termini di sostenibilità. Quest’ultimo criterio di valutazione tiene conto dell’impatto sociale del turismo, dello stato delle infrastrutture ospitanti, dello sviluppo dei trasporti, e di altri fattori.

La prima evidenza è che non esiste un solo tipo di “overtourism”. La nuova griglia di lettura è organizzata per tipologia di sovraesposizione, con l’obiettivo di individuare le soluzioni più adatte a ciascuna situazione.

«Per ogni tipo di overtourism, dobbiamo fornire una risposta adeguata – commenta Aurélie Sandler, co-ceo di Evaneos – Non si gestisce un afflusso di turisti allo stesso modo in una grande capitale europea e in una località balneare in estate. Lungi dal puntare il dito contro alcune destinazioni più colpite, questo indice ci permette di pensare alle soluzioni più appropriate e di metterle in atto».

Claire Pernet, partner di Roland Berger, aggiunge: «In qualità di società di consulenza manageriale attiva e impegnata nel settore del turismo e nelle tematiche dello sviluppo sostenibile, Roland Berger ha voluto sviluppare questo Overtourism Index insieme a Evaneos, un attore riconosciuto nel settore del turismo d’impatto. La nostra ambizione è quella di trasformarlo in uno strumento decisionale per gli operatori del settore e di migliorarlo gradualmente con uno zoom sugli aspetti più locali e con l’integrazione di nuove dimensioni, come la ridistribuzione economica dei proventi del turismo».

Tra le destinazioni finora studiate, l’impatto dell’overtourism varia in base a tre tipi principali di esposizione, che identificano tre categorie di rischio: l’eccesso di turismo nelle località balneari; l’eccesso di visite estive nelle principali destinazioni europee e l’eccesso di concentrazione urbana. Inoltre, esistono destinazioni “da monitorare”, che richiedono un’azione preventiva, e altre che sono, per il momento, ancora protette dal turismo di massa.

ECCESSO DI TURISMO BALNEARE

La categoria più esposta risulta essere quella delle destinazioni balneari, con un indice medio di 4 su una scala di 5. Ciò è dovuto a un tasso particolarmente elevato di arrivi turistici (da 3,2 a 9,9 turisti per 1 abitante) in aree ospitanti relativamente piccole (da 1.600 a 8.000 turisti per km²) e fragili. I Paesi interessati sono Cipro (4,4), Mauritius (4,2), Grecia (4) e Croazia (3,8). Sono destinazioni più vulnerabili poiché una media del 25% del loro Pil dipende dal turismo. Queste destinazioni balneari altamente esposte, dove la maggior parte dei flussi turistici avviene via mare, richiedono l’adozione di misure urgenti e restrittive. La prima risposta consiste nel regolare la capacità di queste aree, ad esempio introducendo quote per proteggere i siti più popolari. È anche necessario distribuire i flussi nell’arco dell’anno, promuovendo la bassa stagione. L’obiettivo non è ridurre l’attività, ma distribuire il numero di visitatori in modo più uniforme durante l’anno.

ECCESSO DI TURISMO ESTIVO NELLE PRINCIPALI DESTINAZIONI EUROPEE

Sono in grado di accogliere un’alta densità di turisti, ma registrano un afflusso particolarmente elevato durante la stagione estiva su gran parte del loro territorio: fino al 43% degli arrivi nelle principali destinazioni europee si concentra nel terzo trimestre. Con un indice medio di 3,5/5, Spagna (3,6), Italia (3,6) e Portogallo (3,6), seguiti da vicino dalla Francia (3,3), sono le destinazioni più esposte nei mesi di giugno, luglio e agosto. Rispetto alle località balneari, queste mete sono meno dipendenti economicamente dal turismo (9% del Pil in media). E chiedono innanzitutto misure per destagionalizzare gli arrivi e per la promozione in primavera o in autunno per organizzare una migliore distribuzione dei turisti nel tempo. Si tratta di sensibilizzare i viaggiatori e di mobilitare l’industria turistica per offrire prodotti coerenti con la pressione stagionale. È perfettamente possibile visitare l’Italia o la Francia in aprile o in settembre per approfittare di un clima più mite e di un viaggio più confortevole con una minore pressione turistica.

GRANDI CAPITALI: ECCESSIVA CONCENTRAZIONE URBANA

Il turismo urbano, soprattutto nelle grandi capitali europee, richiede misure per decongestionare le città e diffondere i benefici economici del turismo nelle regioni periferiche. Sebbene queste destinazioni siano mature in termini di sostenibilità e abbiano una bassa dipendenza economica dal turismo (5% in media), le capitali e le città rappresentano fino al 37% degli arrivi nel terzo trimestre. Ottengono un punteggio medio di 2,6/5. Nella top 3: la Danimarca (Copenaghen) è in testa con un punteggio di 3,8, seguita dai Paesi Bassi (Amsterdam) con un punteggio di 3,7 e dall’Irlanda (Dublino) con un punteggio di 3,4.

Sono destinazioni che hanno tutto l’interesse a deconcentrare gli arrivi turistici per alleggerire la pressione sulle città e favorire le regioni circostanti. Nei Paesi Bassi, ad esempio, Rotterdam viene ora messa in maggiore evidenza, riducendo l’intensità turistica di Amsterdam. Un’altra soluzione è incoraggiare i viaggiatori a fermarsi più a lungo, dando la possibilità di avventurarsi oltre le aree più frequentate. Sulla base di questo ragionamento, a gennaio 2024 Evaneos ha smesso di vendere “city break” di durata inferiore ai 5 giorni.

DESTINAZIONI DA TENERE D’OCCHIO

Nel caso delle “destinazioni da tenere d’occhio” siamo di fronte a mete che ancora non sono sovraffollate, ma che vanno tutelate giocando d’anticipo e attuando misure preventive. Con una media complessiva di 3/5, presentano una concentrazione turistica equilibrata nel corso dell’anno (tra il 24-28%). Tuttavia, stanno diventando sempre più popolari tra i turisti e devono essere in grado di gestire la densità, sia per km² (da 54 a 240 per km²) che in termini di numero di abitanti (0,8 turisti per abitante). In testa ci sono Marocco (3,1), Vietnam (3), Egitto (2,7) e Islanda (2,9). L’Islanda è particolarmente vulnerabile, con una densità turistica di 5,2 abitanti pro capite.

Chi si occupa di turismo ha il compito di tenere sotto controllo la capacità di accoglienza e le possibili misure di conservazione dei siti. L’obiettivo è anticipare e sostenere lo sviluppo delle infrastrutture nei Paesi ospitanti nel modo più efficace possibile per preservare l’autenticità, educando allo stesso tempo i viaggiatori con offerte mirate e limitate.

DESTINAZIONI AL SICURO DALL’OVERTOURISM

Hanno un territorio ampio e una distribuzione equilibrata degli arrivi turistici, sia per km² (da 16 a 80/km²) che per abitante (da 0,3 a 1 abitante). Inoltre, mostrano una stagionalità che varia dal 24 al 28% durante l’anno e un indice medio di 2,5/5. Sono destinazioni considerate ormai al riparo dall’overtourism. I Paesi interessati sono il Canada (2,3), gli Stati Uniti (1,7), l’Australia (1,5) e la Tanzania (1,8).

EVANEOS E IL CASO SANTORINI-MYKONOS

Nonostante la Grecia sia una delle destinazioni più vendute sulla piattaforma, Evaneos ha deciso di sospendere le prenotazioni a luglio e agosto per Santorini e Mykonos a partire da gennaio 2025 fino a nuovo avviso; e di valutare l’impatto di questa misura nel tempo. Una scelta fatta di concerto con le agenzie locali, che riscontrano la pressione particolarmente elevata sugli ecosistemi naturali e sulle risorse idriche delle due isole nei mesi di luglio e agosto. Oltre alla valutazione dell’Index, la situazione a Mykonos e Santorini sta infiammando la rabbia della popolazione locale e incide sulla qualità della vita dei residenti. Le conseguenze sono molteplici: inflazione dei prezzi, strade affollate, problemi di approvvigionamento idrico e così via, tutti fattori che hanno un impatto negativo sull’esperienza dei viaggiatori.

«La creazione dell’Overtourism Index ha rafforzato la nostra determinazione ad andare oltre con alcune destinazioni che non sono più in grado di far fronte all’eccesso di afflusso turistico – spiega Sandler – L’obiettivo del nostro modello è offrire un’alternativa, basata sul turismo sostenibile e su un’esperienza autentica. Il turismo a Mykonos e Santorini non soddisfa nessuno di questi criteri durante il periodo estivo. La nostra ambizione non è solo quella di limitare il turismo stagionale su queste due isole, ma anche di educare e incoraggiare i viaggiatori a scegliere periodi meno affollati. Invitiamo gli altri operatori a seguire il nostro esempio. L’eccesso di turismo è un fenomeno globale. Solo lavorando insieme nella stessa direzione saremo in grado di fare una differenza duratura».

Evaneos sta investendo nella promozione di itinerari alternativi, come il Peloponneso o la Grecia continentale, che sono molto meno popolari in estate. Le Cicladi continueranno a far parte della gamma di destinazioni in bassa stagione: da aprile a giugno e da settembre a novembre.

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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