Arrivi internazionali, l’Italia è ancora indietro

Arrivi internazionali, l’Italia è ancora indietro
26 Aprile 10:44 2022 Stampa questo articolo

(MANILA) Italia in affanno sulla via del pieno recupero post Covid. Non sono bastati i promettenti risultati delle ultime settimane – tra Pasqua e 25 aprile – per riportare il nostro Paese vicino ai competitor internazionali. Parola di ForwardKeys, società di ricerche che rileva costantemente i movimenti dei viaggiatori sulle compagnie aeree di tutto il mondo, che ha scattato la fotografia delle destinazioni turistiche che stanno recuperando più velocemente per la summer 2022. La top 20 dei Paesi è stata presentata da Olivier Ponti, vice president della società, nel corso dell’ultima giornata del Global Summit del Wttc, svoltosi la settimana scorsa a Manila.

Le prospettive sono molto promettenti anche per l’Italia, ma guardando le prenotazioni registrate finora dalle compagnie aeree il nostro Paese resta indietro rispetto a Grecia, Spagna e Francia.

LA CLASSIFICA DELLE TOP 20
ForwardKeys ha conteggiato gli arrivi internazionali per luglio-agosto 2022 rispetto alle prenotazioni effettuate entro il 5 aprile e ha stilato la top 20 dei Paesi che crescono di più rispetto al 2019. La classifica è guidata dall’area caraibica, seguita da Europa e Mediterraneo.

Il podio è formato da Costa Rica (+30% rispetto allo stesso periodo di tre anni), Aruba (+23%) e Repubblica Dominicana (+16%). Al quarto e quinto posto Jamaica (+15%) e Pakistan (+14%). Le altre posizioni della top ten sono occupate da Messico (+10%), Bahamas (la prima ha segnare ancora un risultato negativo rispetto al 2019) con il -2%, Colombia (-5%), India (-10%) e Islanda (-11%).

La Grecia è la prima destinazione europea (-11%) e si posiziona all’undicesimo posto, l’Egitto al 14° (-19%); mentre chiudono la top 20 Portogallo (-22%), Turchia (-26%), Spagna (-27%) e Francia (-27%).

Grande assente in questa classifica, l’Italia paga forse anche una connettività aerea ancora tutto da ristabilire, soprattutto su alcune direttrici a lungo raggio.  «L’Italia – ha inoltre spiegato Ponti – è sicuramente una destinazione che può contare su un’offerta differenziata, non solo sole e mare, che è sicuramente un suo punto di forza, ma anche il turismo culturale. E quest’anno ci sarà il revival delle città e del turismo culturale. Tipicamente, viaggiatori individuali. Per esempio, gli americani, che si preparano a tornare in massa verso l’Europa».

Non c’è dubbio, infine, che se si confrontano i dati dell’anno in corso con il primo trimestre dello stesso periodo del 2019, si vedono ancora le cifre in negativo, con delle differenze fondamentali nelle varie aree, però.

EUROPA E AFRICA CRESCONO DI PIÙ
Su una media complessiva di -59% di traffico aereo, le Americhe si attestano su una perdita del 39% mentre l’area asiatica ha registrato un crollo dell’85%. Se si confronta questo stesso trimestre  2021 con l’anno precedente, invece, si registra una crescita media globale che sfiora il +200%, concentrato in Europa (+350%) seguita da Africa e Medio Oriente (+168%), le Americhe (+160%) e l’area asiatica (+152%).

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Oliver Ponti, vice president ForwardKeys

«È evidente che, in questo momento – ha detto Ponti – il traffico aereo dipende dalle iniziative dei governi in merito alla prevenzione Covid: se vengono chiuse le frontiere, i viaggi non possono che ridursi fino a quasi azzerarsi. Ma appena si riaprono i confini, la gente torna subito a viaggiare».

Ma cosa succederà tra qualche settimana, quando la stagione turistica per eccellenza vedrà i principali Paesi del mondo occidentale aperti, sia pure con le misure di prevenzione che ormai sono entrate nelle abitudini quotidiane?

«Noi ci basiamo sulle prenotazioni che al momento attuale sono state già registrate dai sistemi delle compagnie –  ha spiegato Ponti – Naturalmente la situazione può variare nel corso delle prossime settimane. Abbiamo comunque stilato una classifica che vede alcuni Paesi dell’area caraibica non solo recuperare ma addirittura superare significativamente i numeri del 2019, confrontando il secondo trimestre».

Secondo Ponti, le città hanno subito prima delle altre destinazioni l’impatto della pandemia, proprio per le ragioni legate alle misure di prevenzione e alla necessità di evitare spazi chiusi e affollati. Ma adesso la gente si sente si sente sicura a girare per le città e perfino a visitare i musei, grazie alle iniziative di sicurezza messe in atto un po’ dappertutto.

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Giampiero Moncada
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