«Nel nostro Paese c’è una generale sottovalutazione delle ricadute positive che il trasporto aereo e il sistema aeroportuale determinano sullo sviluppo economico e, in particolare, sull’occupazione». Il presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo, ha presentato così i dati dell’indagine commissionata a Demopolis e presentata questa mattina a Roma, dal titolo “La percezione del trasporto aereo e del sistema aeroportuale in Italia”.
Secondo Borgomeo, inoltre, l’indagine conferma «l’eccessiva enfatizzazione dell’impatto ambientale del trasporto aereo anche se, concretamente, nelle scelte di viaggio degli italiani questo giudizio incide in modo molto marginale». Per gli italiani, in sintesi, il trasporto aereo è molto sicuro, poco green, ma i connazionali sottostimano l’impatto sull’occupazione dell’intero settore, indotto incluso.
La presentazione dell’indagine – che ha visto la presenza del ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, del presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma e della presidente dell’Enav, Francesca Isgrò – ha fotografato quindi un disallineamento tra percezione e realtà del trasporto aero italiano. Alla domanda “A suo avviso, per ogni milione di passeggeri che transitano in aeroporto, quanti occupati si generano?”, l’82% del campione intervistato non sa o ne sottostima molto il valore. Lo scenario cambia di poco (78%) se si considerano i fruitori abituali del trasporto aereo. Nella realtà invece, secondo i dati Atag/Oxford Economics, per ogni milione di unità di traffico trasportate si generano almeno tra i 500 e i 750 nuovi occupati. Allo stesso tempo, le stime di Assaeroporti (pre Covid) segnalano come il settore aereo incida per il 3,4% sul pil nazionale includendo 200mila lavoratori diretti e 750 mila indiretti.
Stessa situazione, inoltre, per quanto riguarda l’impatto ambientale. Nove italiani su dieci vedono il trasporto aereo come non sufficientemente green. Nella classifica dei sistemi di trasporto percepiti come più “puliti”, invece, l’aereo occupa il terzo posto, collocandosi molto dopo rispetto alla nave. Classifica smentita dai dati dell’European Environment Agency, secondo cui il vero nemico dell’ambiente è il trasporto su gomma, responsabile del 71,8% delle emissioni complessive prodotte dai trasporti. L’aereo contribuisce al cambiamento climatico solo per il 13,2%, meno della nave, che incide per il 14,1%.
Per questo motivo, Borgomeo sottolinea come sia necessario per il sistema aeroportuale «l’impegno a rendere ancora più forti e incisivi i rapporti con i territori e a proseguire nei consistenti programmi di investimento green, che collocano gli scali italiani ai primi posti a livello europeo nel contrasto al cambiamento climatico». «Tale impegno – ha aggiunto – deve tuttavia essere accompagnato da politiche pubbliche più attente all’intero comparto: l’auspicio è che, con il Piano nazionale degli aeroporti, il nostro settore possa recuperare centralità nel quadro delle politiche dei trasporti».
Nonostante una generale percezione distorta, però, gli italiani ritengono che non si possa fare a meno di volare. Solo per il 13%, infatti, è necessario ridimensionare i voli, in quanto troppo inquinanti.
«Nel mondo dell’aviazione civile tutto sta cambiando molto velocemente, sia in volo che a terra – ha commentato il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma – Di questo si ha una netta percezione, per come le distanze si sono accorciate e per come la qualità degli aeroporti si sta adeguando alle mutate esigenze dei passeggeri. Come Enac abbiamo avviato quella che definiamo la riconciliazione tra ambiente e trasporto aereo, garantita e supportata dall’innovazione tecnologica che ne favorisce la sintesi. Tenendo conto che accanto all’integrazione intermodale treno-aereo, stiamo sviluppando un’integrazione aria-aria, in vista di una nuova mobilità che ci porterà, tanto per fare un esempio, ad arrivare alla porta di casa scendendo le scale e non salendole, perché arriveremo dal tetto e non dalla strada».
La presidente di Enav, Francesca Isgrò, ha rimarcato come «l’indagine abbia messo in luce che l’aereo sia percepito come il mezzo più sicuro. Enav sta puntando sull’innovazione e la digitalizzazione per coniugare massimi standard di sicurezza alla sostenibilità. Abbiamo appena approvato il nuovo Piano industriale 2022-2024 e il Piano strategico Future Sky 2031 che porterà una trasformazione digitale dei servizi per la navigazione aerea. Integreremo nuove soluzioni sviluppate per i droni e investiremo in tecnologia sostenibile. Le nostre piattaforme consentono di far volare gli aerei in modo sempre più efficiente e, entro il 2023 attiveremo, inoltre, un nuovo sistema per aumentare l’efficienza dei voli in arrivo su aeroporti congestionati, garantendo circa 28 Kg di CO2 di minori emissioni per singolo aeromobile».
I DATI DELL’INDAGINE
La ricerca, condotta per Assaeroporti dall’Istituto Demopolis, ha analizzato la percezione del trasporto aereo e del sistema aeroportuale da parte dell’opinione pubblica italiana (con lo studio di un campione demoscopico di 4.800 intervistati) e di tre target strategici: fruitori del trasporto aereo, rappresentanti politici e istituzionali, imprenditori e dirigenti d’azienda.
Promossi a pieni voti e in larghissima maggioranza, dai fruitori abituali del trasporto aereo, gli aeroporti italiani. E, a conferma di una caratteristica cardine del sistema, l’87% degli intervistati considera l’aereo come il più sicuro fra i mezzi di trasporto.
Per gli italiani, inoltre, la ripresa del Paese passa oggi anche dagli aeroporti: per il 90%, dopo i 2 anni di emergenza Covid, il sistema aeroportuale è essenziale per la crescita dell’economia, del turismo e dell’occupazione.
In generale, il profilo del sistema aeroportuale italiano si tratteggia con i caratteri solidi di un asset strategico, motore fondamentale per la ripresa del Paese. Irrinunciabile, secondo gli italiani, per gli spostamenti sulla media-lunga distanza: 6 intervistati su 10, infatti, tra le variabili che prendono in considerazione nella scelta del mezzo di trasporto, segnalano la rilevanza del “tempo di percorrenza”. Al contrario, l’impatto ambientale riveste un ruolo cadetto: appena il 7% degli intervistati lo valuta nella scelta di un mezzo di trasporto.