by Giorgio Maggi | 19 Settembre 2018 7:00
Regole nascoste nei contratti, assicurazioni e cavilli vari. Le grandi compagnie aeree, le Olta e le compagnie assicurative che forniscono una (presunta) protezione per emergenze e cancellazioni, prendono in giro i clienti, obbligandoli a sottoscrivere polizze che poi puntualmente si rivelano inefficaci in caso di bisogno.
A dirlo, senza troppi giri di parole, è il senatore democratico del Massachusetts Ed Markey, che in un rapporto intitolato Flyer Beware pubblicato poche settimane fa (ripreso, tra gli altri, da Washington Post e La Stampa), si è fatto parecchi nemici. A cominciare da vettori come American Airlines, Delta, Frontier, JetBlue, Southwest, United e JetBlue, e proseguendo con siti come Travelocity, Expedia, Hotwire, Orbitz, Priceline, Travelocity, e player assicurativi (Aig Travel Guard e Allianz Global Assistance), che a suo dire effettuano pressioni sui consumatori per acquistare polizze che coprono tutto ma alla fine, in realtà, vengono lasciati soli e senza soldi.
Risultato: secondo il senatore, questi comportamenti generano un aggravio del 7,5% sul costo di un biglietto aereo domestico, e ovviamente di più se si tratta di acquistare un viaggio all’estero. Senza contare il fatto che, solo nel 2016, i viaggiatori hanno speso 2,8 miliardi per le assicurazioni sui viaggi, una cifra ben superiore al 2014.
L’esempio più eclatante, secondo il politico americano, è quello delle compagnie aeree che avrebbero rincarato i costi per le penali in caso di modifica del volo, promuovendo al contempo le polizze assicurative per i passeggeri. Le polizze, poi, vengono promosse su siti che vendono biglietti e viaggi online in maniera ingannevole (il fatto che il tasto che permette di andare avanti con l’acquisto senza comprare la polizza, e le condizioni della stessa, siano poco in evidenza e per nulla o quasi leggibili, non è certo una novità), ma ciò che avviene dopo è ancora peggio.
Una volta negato il rimborso perché la polizza non coprirebbe certi problemi – prosegue il rapporto – ogni operatore, da chi vende a chi gestisce, a chi la scrive, se ne lava le mani. Quando il viaggiatore chiede il rimborso, e viene negato, inizia lo scaricabarile. «Expedia risponde che vende solo la polizza; il broker Aon non la scrive; Aig tace, e ti lascia solo l’opzione di denunciare il caso alle autorità statali», sottolinea Markey.
E per uscire dall’impasse? Il senatore Usa suggerisce un unico modo: «Se sottoscrivete una polizza assicurativa, e non volete brutte sorprese, perdete del tempo a leggere tutti i codicilli e le clausole in essa contenute, anche quelle scritte più in piccolo».
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