Assicurazioni, Ivass: «Il cyber risk è la sfida del futuro»

Assicurazioni, Ivass: «Il cyber risk è la sfida del futuro»
02 Luglio 06:44 2021 Stampa questo articolo

Rischi cibernetici derivanti dalla digtalizzazione spinta prima di tutto, ma anche ambiente e salute: sono questi i tre fronti dove il mondo assicurativo dovrà fornire tempestivamente soluzioni di mercato appetibili nell’immediato futuro. A dirlo il presidente dell’Ivass, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni, Luigi Federico Signorini, nella sua relazione annuale.

«È necessario rafforzare le difese contro i rischi cibernetici. Gli operatori ricorrono a fornitori esterni per l’adempimento di molte funzioni finanziarie e assicurative. L’outsourcing accresce la necessità di presidi di governo, organizzativi e operativi pienamente adeguati e funzionanti. La concentrazione delle attività esterne in un numero ristretto di grandi operatori può migliorare l’efficienza e ridurre i costi ma intensifica il rischio sistemico legato alla possibilità di una caduta operativa di uno di questi fornitori, ovvero all’esposizione delle informazioni individuali a usi illeciti, in seguito ad attacchi intenzionali o anche a semplici errori o fatalità», ha detto Signorini.

Inoltre, sostiene il numero uno di Ivass, la governance degli algoritmi di intelligenza artificiale deve essere presidiata. «Le compagnie devono evitare il rischio di introdurre verso la clientela discriminazioni indebite, implicite ed esplicite. Ivass intende avviare un’indagine sul ricorso da parte di compagnie e intermediari ad algoritmi avanzati nei rapporti con gli assicurati. I processi attuali spaziano dalla tariffazione personalizzata alla profilatura della clientela, dal robo advisory alla gestione dei sinistri. L’iniziativa si propone di rilevare l’intensità e le modalità del ricorso a tali strumenti, non per frenarlo, ma per scongiurare il rischio di abusi».

Nell’ottica assicurativa il rischio climatico, e più in generale i rischi fisici derivanti dall’ambiente, non potranno essere affrontati con successo se non con una combinazione di azioni pubbliche e sviluppo del mercato dell’assicurazione contro i danni. «Mi auguro – ha concluso il presidente – che anche nel nostro Paese si apra un dibattito sulla possibilità di introdurre, come altrove, forme di assicurazione obbligatoria, semiobbligatoria o più efficacemente incentivata sui rischi legati a catastrofi naturali. Si tratta di riflettere sul modo migliore in cui la collettività può rispondere a questi rischi, minimizzando ex ante i costi pubblici e privati».

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Andrea Lovelock
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