Assicurazioni, se Ai sta per “artificial insurance”

Assicurazioni, se Ai sta per “artificial insurance”
27 Febbraio 07:00 2024 Stampa questo articolo

Una user experience migliore e anche più rapida, ottimizzazione del marketing e un’efficiente gestione della valutazione del rischio e dei sinistri. È qui che, in ambito assicurativo, oggi l’intelligenza artificiale – in particolare quella di tipo generativo – gioca la sua partita, posizionandosi tra i capisaldi delle operazioni e delle strategie del 2024 e che nel medio-lungo termine potrebbe generare una vera e propria rivoluzione nei più disparati comparti del turismo.

AMBITI DI APPLICAZIONE

«Il mondo assicurativo, come quasi tutti gli altri settori, sta valutando con molta attenzione gli ambiti di applicazione, che sono vastissimi, dell’intelligenza artificiale generativa – fa sapere Stefano Pedrone, responsabile divisione turismo di Nobis Assicurazioni – Ad esempio, questa tecnologia può risultare utile nella valutazione dei rischi e per la gestione dei sinistri. Anche in ambito marketing si discute di numerose possibili attività che spaziano dalla creazione di campagne promozionali dinamiche in funzione dell’esperienza del cliente a programmi di fidelizzazione in grado di valorizzare al meglio le esigenze del cliente stesso. Il tema è molto caldo e c’è grande fermento, ma al tempo stesso ci sono anche diversi punti aperti che potranno influenzare l’applicazione dell’Ai e quindi l’entità dell’impatto che potrà avere in concreto, primo fra tutti la regolamentazione generale e quella del settore».

FASE DI SPERIMENTAZIONE

Per Stefano Pedrone, il mondo delle assicurazioni in relazione all’intelligenza artificiale si trova in una fase embrionale. È dunque necessario porre l’accento sulla sperimentazione: «Stiamo ponendo le prime basi per un progetto che riguarda la gestione dei sinistri e che potrebbe velocizzare in maniera sostanziale i tempi di liquidazione, e stiamo lavorando a un altro progetto relativo alla user experience del cliente nell’acquisto di un prodotto – prosegue – Il tema è veramente affascinante e per non esserne fagocitati crediamo sia indispensabile approcciarlo da un lato in modo strategico, focalizzandosi su ciò che può portare maggior valore, e al contempo in modo pragmatico per poter misurare il raggiungimento degli obiettivi prefissati».

COPERTURE PERSONALIZZATE

Allo stato attuale, l’Ai si traduce nella velocizzazione dello “smaltimento” delle richieste anche in casa Ergo, parte del Gruppo Munich Re. A confermarlo è il direttore commerciale della compagnia, Miguel De Alvarado: «Stiamo impiegando chatbot strategici per velocizzare alcune richieste, perlopiù molto simili e che vengono processate, al primo step, dalla centrale operativa. In termini generali c’è grande attenzione per l’implementazione dell’intelligenza artificiale, tuttavia ci teniamo a sottolineare quanto rimanga imprescindibile l’assistenza e la professionalità delle risorse umane che si occupano in prima persona di gestire le pratiche, fin dal primo contatto dei clienti».

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Ma con sé l’intelligenza artificiale, con i suoi nuovi sviluppi, si porta ovviamente dietro la possibilità di personalizzare ancora di più offerta e prodotti assicurativi. L’aspettativa più verosimile è che la possibilità di processare un’immensa mole di dati consentirà alle compagnie di personalizzare le coperture nel dettaglio, analizzando lo storico dei rischi e le caratteristiche degli assicurati, siano essi persone fisiche o aziende che organizzano trasferte per migliaia di persone – commenta Christian Garrone, responsabile intermediazione assicurativa di I4T – Tutto questo si porta dietro naturalmente grandi interrogativi legati all’etica e alla privacy. Un altro aspetto “disruptive” legato all’intelligenza artificiale generativa è che la segmentazione e la personalizzazione delle coperture potrebbe mettere in discussione lo stesso sistema mutualistico del settore, in base al quale la tutela dal rischio è ripartita tra tutti gli assicurati».

L’ERRORE NON È AMMESSO

Occhio all’errore, però: «Nel turismo esistono alcuni data lake avanzati con una grande copertura che permettono l’elaborazione di dati utili al monitoraggio del rischio e alla concentrazione del turismo in determinate aree – afferma Wanny Miarelli, chief technology officer di BeSafe – L’Ai gioca un ruolo importante nell’identificazione precoce di determinati pattern consentendo al dipartimento rischi di intervenire con azioni correttive e/o monitorare più da vicino la questione. Come ogni nuova tecnologia, questa presenta tantissime opportunità, ma anche un buon numero di rischi. Il settore assicurativo è sensibile agli errori e richiede una grande precisione negli output che produce, soprattutto da parte di sistemi automatici». Per questa ragione, BeSafe sta sperimentando la cooperazione dell’intelligenza artificiale con il rule engine Drools per tentare di produrre un sistema avanzato ma controllato e affidabile, che riesca a seguire regole precise e un flow input-output verificabile.

FORMULE PARAMETRICHE, SE IL ROBOT TI DÀ LA MANO

L’Ai è anche alla base delle polizze parametriche lanciate sul mercato da I4T. Queste prevedono l’erogazione di un indennizzo automatico al verificarsi di alcuni parametri oggettivi: «Siamo partiti dagli orari dei voli, con una copertura che indennizza l’assicurato nel caso di atterraggio con un ritardo superiore alle tre ore rispetto all’orario schedulato – spiega Garrone – Altri parametri allo studio sono legati alle condizioni meteorologiche, come precipitazioni, temperature e vento». Ciò apre anche allo sviluppo di coperture assicurative sulla base delle aspettative del cliente: un appassionato di barche a vela, ad esempio, potrebbe assicurarsi contro la mancanza di vento durante la sua vacanza, mentre un altro cliente, utilizzando la stessa polizza, potrebbe assicurarsi contro l’eccesso del vento.

L'Autore

Giulia Di Camillo
Giulia Di Camillo

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