by Redazione | 11 Settembre 2019 16:53
«Un provvedimento punitivo, che suscita numerose perplessità anche dal punto di vista tecnico e del diritto tributario. Una stangata sia per i consumatori, che vedrebbero aumentare costi e complicazioni, sia per la competitività del sistema turistico italiano». Così, Corrado Luca Bianca, direttore di Assohotel Confesercenti, commenta le indiscrezioni sul possibile arrivo di una Super Iva sul turismo[1], che porterebbe dal 10% al 23% l’aliquota pagata per prestazioni di servizio o cessioni di beni nella ricettività e nella ristorazione, introducendo allo stesso tempo un rimborso sotto forma di credito di imposta per chi paga in maniera tracciabile con bonifici o moneta elettronica.
«Introdurre una misura di questo tipo – spiega Bianca – vorrebbe dire cambiare radicalmente la filosofia alla base dell’attuale struttura dell’iva, che individua diverse aliquote a seconda della tipologia del servizio prestato e del bene ceduto e non della forma di pagamento utilizzata. Anche se fosse possibile, la Super Iva sarebbe certamente la strada sbagliata da percorrere: il nostro turismo già sconta una delle aliquote più alte d’Europa. Un fattore che, in un mercato globalizzato e liquido come quello turistico, determina un netto svantaggio competitivo del nostro Paese. Aumentare ancora i costi per i consumatori non potrà far altro che favorire i nostri competitor, proprio in un momento in cui il nostro turismo segna il passo. Per questo chiediamo al governo di smentire l’ipotesi: il settore ha bisogno di maggiore sostegno, non di maggiori imposte».
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