Assohotel: “Per la ripresa servono anche investimenti privati”

25 Gennaio 12:30 2021 Stampa questo articolo

La crisi profonda del turismo rischia di diventare irreversibile per molte imprese del settore alberghiero: nel 2020 nelle strutture ricettive italiane sono mancati 83,6 milioni di pernottamenti di turisti locali e ben 157,1 milioni di stranieri, producendo una perdita di oltre 32,5 miliardi di euro.

A sottolinearlo è Assohotel Confesercenti, attraverso le parole del vice presidente vicario Nicola Scolamacchia: «È assolutamente necessario riprendere a sostenere le imprese ricettive. La strada per uscire dal tunnel è lunga e bisogna arrivarci attrezzati, ci auguriamo che il mercato riprenda tra due, tre anni e le politiche da mettere in campo per il rilancio del comparto devono basarsi su due pilastri di azione: il sostegno economico contingente e lo sviluppo».

«Da una parte – continua Scolamcchia – le strutture ricettive italiane necessitano di misure ad hoc per restare in vita, come i ristori del 2020 rispetto al fatturato del 2019 e il successivo piano di aiuti per i prossimi mesi, la riduzione dell’Imu, i crediti d’imposta sugli affitti, la riduzione delle tassazioni locali. Dall’altra servono cospicui investimenti privati sul settore, per riqualificare l’offerta turistica e migliorarne l’impatto ambientale, per essere più attrattivi quando riprenderà la domanda turistica».

Tutto ciò si traduce nella «richiesta di estensione di tutti i bonus edilizi agli alberghi, che oggi sono limitati all’edilizia privata: tra questi il bonus 110% che non capiamo perché non sia stato esteso anche a noi. Inoltre, occorre un tax credit per gli investimenti privati per favorire quelli in promozione, sia singolarmente che attraverso consorzi, oltre a quanto viene fatto dalla parte pubblica: tutto questo in vista della riapertura dei mercati quando ci sarà molta competizione. Ancora, chiediamo di riutilizzare i fondi già stanziati per il bonus vacanze nel 2020, e che le famiglie italiane hanno speso solo in minima parte, per riproporre la misura utilizzando le risorse residue e prevedendo un bonus completamente nuovo per il 2021, facilitandone la possibilità di accesso», spiega il vice presidente vicario

Gli 8 miliardi del Recovery Fund destinati a turismo e cultura rappresentano un passo in avanti, «ma si tratta di risorse che vanno ancora dettagliate ed è fondamentale che i piani di attuazione siano fatti in fretta, se vogliamo che l’Italia e il nostro turismo tornino più forte di prima», conclude Scolamacchia.

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