Turismo in stallo e con il concreto rischio di perdere, anche nel 2021, un ulteriore -8% in presenze turistiche, a causa di lentezze nella campagna di vaccinazione e incertezze nelle riaperture. È la poco rosea prospettiva tracciata da Assoturismo a poche settimane dall’avvio della stagione estiva.
L’associazione di categoria di Confesercenti chiede esplicitamente una netta inversione di tendenza, perché si rischia “di scendere a fine anno al di sotto delle 187 milioni di presenze, con un ulteriore assottigliamento dei flussi dall’estero”.
Uno scenario che porterebbe a oltre 220mila le imprese del settore a rischio chiusura. Il coprifuoco che scatta alle 22 e che sarà valido fino alla fine di luglio, rischia poi di compromettere le residue aspettative della filiera turistica. Emerge questo dal dossier “Stagione Turistica 2021: sull’onda del vaccino”, elaborato da Assoturismo e che traccia il bilancio dell’impatto, passato e futuro, di pandemia e restrizioni sul comparto turistico italiano.
Un bilancio purtroppo gravemente in rosso: nel 2020 si sono perse quasi 233 milioni di presenze. Il comparto alberghiero ha subito le perdite maggiori (-57%), quello extralberghiero si è comunque visto mancare il 47% delle presenze. Ma il crollo del turismo ha avuto un grave effetto su tutte le imprese della filiera, dall’alloggio e ristorazione – che ha visto svanire il 42,5% dei ricavi – alle agenzie di viaggi e tour operator (–76,3%).
La perdita economica per il settore, secondo il dossier Assoturismo, è stimabile in circa 88 miliardi di euro (-55%). Di questi, 32 miliardi sono stati persi dalla ricettività alberghiera ed extra-alberghiera, 12 miliardi dai pubblici esercizi, 3,5 miliardi da agenzie di viaggi e tour operator, 10 miliardi dagli altri servizi turistici e dai negozi.
A livello territoriale, le regioni che si sono trovate a perdere più consumi turistici sono Lombardia (-11,7 miliardi di euro), Lazio (-11,4 miliardi), Toscana (-10,9 miliardi), Veneto (-9,7) ed Emilia Romagna (-7 miliardi). Poi ci sono gli allarmanti dati riferiti alle città d’arte come Venezia, Roma e Firenze, che hanno sofferto la fuga degli stranieri, con un calo di presenze totali che ha sfiorato il 75%.
Ma dopo la catastrofe del 2020, si legge nel dossier, anche il 2021 è partito male. Alla fine dei primi quattro mesi dell’anno, “la situazione del settore turistico resta drammatica. Il blocco imposto al settore in questa prima parte dell’anno si sta infatti traducendo in un’ulteriore flessione delle presenze sul nostro territorio. Solo una piena riapertura in sicurezza già a partire da maggio, eliminando il coprifuoco e centrando il target delle 500mila vaccinazioni quotidiane, permetterebbe di ritornare almeno intorno alle 300 milioni di presenze”.
«Abbiamo delineato degli scenari sulla base delle tendenze attuali – spiega il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina – E il nostro auspicio è che il governo intervenga per imprimere loro una netta inversione, rimettendo mano al decreto riaperture per eliminare gli ostacoli che, così come sono, rischiano di far naufragare soprattutto la stagione turistica estiva. Dobbiamo accelerare la realizzazione del Green Pass, prevedere un nuovo Bonus Vacanze e non staccare la spina ai sostegni al settore».