Fa eco al World Travel Monitor di Ipk, di cui è stata diffusa in queste ore l’anteprima, la pubblicazione dello studio dell’Osservatorio Assoviaggi e Cst (Centro Studi Turistici) sul turismo organizzato.
In chiaroscuro i dati: sebbene il 2022 sia stato l’anno della ripartenza, la ripresa non è stata ancora pienamente agganciata. Gli italiani tornano a viaggiare, ma per agenzie di viaggi e tour operator l’anno – con soli 9 mesi di reale operatività post Covid – si è chiuso con un fatturato di 9,3 miliardi di euro, ancora nettamente inferiore (-27%) rispetto ai 12,7 miliardi del 2019, per un totale di oltre 3,4 miliardi di euro in meno. L’obiettivo è ora, per il 2023, tornare ai livelli pre pandemia.
Certo, il turismo organizzato – sottolinea Assoviaggi Confesercenti – ha dimostrato di essere un settore resiliente, ma adv e t.o. hanno dovuto rinunciare a 1.308 addetti in meno, il -4,5% del totale.
FATTURATI SOTTO LA LENTE. In media, le agenzie – considerando sedi e filiali – hanno fatturato 806mila euro, contro la media di 1,115 milioni di euro del 2019. A registrare i numeri migliori, le attività del nord-ovest (1,039 milioni di euro), seguite dal nord-est (967mila euro) e dal centro (910mila). Decisamente sotto la media nazionale, invece, i fatturati delle adv del sud e delle Isole (471mila).
Nonostante qualche differenza territoriale, il gap di fatturato non è stato recuperato in nessuna regione. Il risultato migliore è quello della Campania, dove il fatturato del turismo organizzato registra una contrazione del -20,2% rispetto al 2019; segue la Puglia che limita le perdite al -20,9%. Il divario più ampio si registra invece nelle Marche (-41,5%), seguita da Trento e Bolzano (-37%). Ma la distanza dai livelli pre Covid rimane sopra la media nazionale per tutte le regioni con l’eccezione, oltre a Campania e Puglia, di Emilia Romagna (-26,2%), Lazio (-25,8%), Sicilia (-25,9%), Toscana (-26,1%) e Veneto (-24,6%).
Il mercato rimane comunque molto concentrato: tre regioni (Lombardia, Lazio e Piemonte) valgono il 49,1% del totale del fatturato 2022 del turismo organizzato italiano.
TAGLIO DEL PERSONALE. Specchio della crisi, sempre secondo Assoviaggi e Cst, è anche la contrazione delle filiali di agenzia, diminuite del -6,5%: siamo passati dalle 4.341 del 2019 alle 4.058 del 2022. Una ristrutturazione portata avanti dalle imprese per ridurre i costi.
Tra chiusure di impresa e ristrutturazioni organizzative, il numero complessivo di dipendenti passa dai 28.778 del 2019 ai 27.470 del 2022, con una perdita del -4,5%, pari a 1.308 lavoratori in meno.
Un dato nazionale che, però, nasconde forti disparità su base regionale. A registrare la peggiore emorragia di addetti è infatti la Valle d’Aosta, che vede il numero di lavoratori del turismo organizzato quasi dimezzarsi (-44,1%). Riduzioni percentuali a due cifre anche in Sardegna (-38,3%), Marche (-34,4%), Umbria (-15,5%), Trento e Bolzano (-14,9%) ed Emilia Romagna (-13,1%). Ci sono, però, anche regioni – soprattutto al sud – che vanno controtendenza: in Calabria si rileva un boom di nuovi addetti rispetto al 2019 (+63,6%), così come in Molise (+22,4%) e in Puglia (+14%). Risultati positivi che, però, non bastano a compensare le perdite complessive registrate a livello nazionale.
«Le agenzie di viaggi hanno resistito ma, alla fine, hanno dovuto affrontare la lunga crisi innescata dal Covid con strategie di riduzione dei costi, in particolare chiudendo le unità locali (filiali) e, purtroppo, riducendo il personale. Tagli sofferti, che si sarebbero potuti evitare se i governi passati avessero agito più rapidamente», commenta Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confesercenti.
«L’azione delle associazioni durante il Covid è stata fondamentale per gli aiuti stanziati dal governo a favore di agenzie e tour operator. Ma se le misure previste fossero state attuate con maggiore rapidità, forse non avremmo perso tutti questi posti di lavoro», incalza Rebecchi, che ricorda come il settore sia «ancora in attesa dei 39 milioni di euro stanziati per le agenzie di viaggi e tour operator, misura prevista nella legge di bilancio riferita alle perdite di fatturato del 2021. Oggi siamo nel 2023».
Rebecchi, infine, si sofferma anche su un tema di stretta attualità: quello dei passaporti lumaca. «Accogliamo con favore la ricezione della nostra richiesta di includere il turismo tra le motivazioni d’urgenza, al fine di accogliere le istanze anche al di fuori della prenotazione effettuata tramite la piattaforma telematica Agenda on line», dichiara, sottolineando come Assoviaggi – oltre ad altre associazioni – si sia spesa per risolvere il problema dei ritardi nell’emissione dei passaporti.