Atlantia entra nella partita Alitalia
Adesso è ufficiale: dopo settimane di rumors e mezze ammissioni, Atlantia esce allo scoperto ed entra nella partita Alitalia.
A pochi giorni dalla scadenza del termine del 15 luglio per presentare le offerte vincolanti (data ultima, e non più prorogabile, secondo la volontà del ministro, Luigi Di Maio), nel cda di giovedì, la holding che fa capo alla famiglia Benetton ha dato mandato all’amministratore delegato, Giovanni Castellucci, «di approfondire la sostenibilità e l’efficacia del piano industriale relativo ad Alitalia – inclusa la compagine azionaria e il team manageriale – e gli opportuni e necessari interventi per un duraturo ed efficace rilancio della stessa, riferendo in una prossima riunione consiliare per le opportune valutazioni ed eventuali connesse deliberazioni».
Atlantia, continua la nota, ha inoltre «preso atto dell’interesse della società controllata Aeroporti di Roma per una compagnia di bandiera competitiva e generatrice di traffico».
Sul fronte politico, intanto, dopo il sostanziale via libera dato ad Atlantia dallo stesso Luigi Di Maio (il vicepremier aveva chiarito che «sulla revoca delle concessioni autostradali si va avanti, poi se si vuole fare un’offerta, verrà valutata per vedere se è un socio solido e può entrare»), il ministro Danilo Toninelli ha confermato le posizioni iniziali del Movimento 5 Stelle (ma non della Lega). «Da parte nostra – ha detto il responsabile delle Infrastrutture – resta la condizione di procedere con la risoluzione unilaterale della convenzione, ma al tempo stesso quella di farlo con gli strumenti e le valutazioni opportune».
Insomma, se non sono pochi gli osservatori che fanno notare come l’ingresso di Atlantia nella nuova Alitalia non sia altro che una merce di scambio tra esecutivo e Gruppo Benetton, quel che è certo è che la prossima puntata della vicenda si scriverà all’indomani del weekend, quando le carte di tutti i pretendenti andranno, in teoria, finalmente scoperte.
Solo in teoria però, perchè da più parti si scommette su un ulteriore rinvio, tanto che lunedì potrebbe venire solo presentata la composizione definitiva della cordata, senza impegni scritti da parte di alcuno.
A suffragare questa ipotesi, ci sarebbe infatti la necessita di “inserire” nel piano industriale già messo a punto dai soci della newco fino ad ora sicuri (Fs, Mef e Delta), l’arrivo di un partner di peso come Atlantia, che dovrebbe intervenire con il 35% delle azioni della nuova società (circa 300 milioni di euro). Poche speranze, invece, rimarrebbero agli altri potenziali azionisti del consorzio, da Claudio Lotito a German Efromovich.
Mentre il Gruppo Toto resterebbe invece alla finestra, visto che Atlantia resta il partner preferito non solo dall’esecutivo, ma anche da Fs e Delta.
Del resto, non sarebbe la prima volta che la famiglia Benetton decide di “salvare” Alitalia. In totale, sono già state due le occasioni in cui il Gruppo veneto ha investito (e perso, ndr) denaro nel tentativo di rimettere in piedi l’ex-vettore di bandiera. In totale, si tratterebbe di circa 200 milioni di euro andati in fumo, prima nell’operazione “Capitani coraggiosi” del 2008 e poi nel matrimonio, finito male, tra Alitalia ed Etihad.