Balneari, Fiba e Sib contro l’esito delle prime gare a Jesolo

Balneari, Fiba e Sib contro l’esito delle prime gare a Jesolo
16 Febbraio 12:26 2024 Stampa questo articolo

Inaccettabile l’esito delle prime gare per la riassegnazione delle concessioni sulle spiagge di Jesolo In Veneto: è il duro commento di Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba e Antonio Capacchione presidente del Sib Confcommercio le associazioni che riuniscono gli stabilimenti balneari aderenti rispettivamente a Confesercenti e a Fipe Confcommercio.

Entrambi dichiarano: «L’esito delle prime gare e delle procedure selettive per l’assegnazione delle concessioni nel comune di Jesolo nella regione Veneto ci lascia amareggiati: è inaccettabile che il futuro economico di un sistema turistico balneare sia affrontato in maniera così superficiale, dietro le imprese ci sono altrettante famiglie che da anni investono e che hanno come unica fonte di reddito quella che deriva dalla gestione dell’attività balneare. Un valore sociale importante».

La presa di posizione di Fiba e Sib viene contestualizzata da Rustignoli e Capacchione che sottolineano come “questa operazione è stata affrontata senza prendere minimamente in considerazione i giusti principi delle procedure di evidenza pubblica e il risultato è che i grandi capitali si sono appropriati di ampissime porzioni di arenile procedendo, fra l’altro, nettamente in contrasto con quanto prevede la legge 118 attualmente vigente e voluta dal governo Draghi: garantire la massima tutela delle concessioni medio-piccole, prevedendo il principio dell’indennizzo con il riconoscimento del valore dell’impresa».

La dichiarazione congiunta si conclude con un appello: «Ora bisogna fare il possibile affinché questa distorsione delle procedure applicata in Veneto non si verifichi altrove, evitando che le amministrazioni periferiche avviino gare nell’assegnazione delle concessioni vigenti con queste modalità. Occorre aprire un tavolo tecnico e quindi chiediamo al governo di emanare in tempi rapidi un provvedimento per dare certezze e mettere in sicurezza le imprese: non possiamo più perdere altro tempo, non si può mortificare un sistema imprenditoriale. Occorre garantire continuità di lavoro a decine di migliaia di aziende prevalentemente a conduzione familiare che hanno finora sempre confidato nelle leggi dello Stato. Auspichiamo, perciò, che si possa trovare, quanto prima, un nuovo punto di equilibrio in quel patto fiduciario di lungo corso fra concessionari e Stato, per ridare dignità e risposte ad un comparto fondamentale per l’economia italiana».

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