C’è una nuova puntata nella vicenda tutta italiana delle concessioni balneari: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha impugnato dinanzi al Tar competente le delibere con le quali alcuni Comuni della Versilia (tra cui Viareggio e Forte dei Marmi) e della Campania (Minori, in Costiera amalfitana) hanno prorogato la validità delle concessioni.
Si tratta di un atto dovuto che non sarà certo l’ultimo della serie perché la giustizia amministrativa, con il Consiglio di Stato, ha già stabilito che entro il 31 dicembre 2024 vanno messe a gara le concessioni balneari, seguendo i dettami dell’Unione europea (direttiva Bolkestein). Il che vuol dire che le proroghe a fine 2033 non possono essere validate. In nessun caso.
Vero è che per indurre l’Antitrust a nuove impugnazioni deve esserci una palese violazione delle regole, perché se al contrario ci si attiene alle tempistiche per mettersi in regola e passare ai bandi di gara – come ad esempio ha fatto in due mesi il Comune di Castellabate in Campania – non c’è alcun altro contenzioso da fronteggiare.
Così come è altrettanto vero che gli enti locali sono fortemente critici nei confronti del governo il quale – non decidendo – ha scaricato il peso dell’intera vicenda sulle spalle delle amministrazioni locali che da un lato si son trovate a fronteggiare i malumori delle imprese balneari e dall’altro a rispettare il cronoprogramma stabilito dal Consiglio di Stato.
Ci sono poi i casi intermedi di quei Comuni, come ad esempio Jesolo, dove si sono già concluse le gare e si è proceduto ad assegnare le nuove concessioni e altri Comuni dove si sta affrontando la delicatissima questione degli indennizzi da riconoscere ai vecchi concessionari uscenti, aprendo un acceso dibattito su chi deve quantificare e come far funzionare le valutazioni.
Ancora una volta l’ordine sparso che regna sovrano in una vicenda che si protrae da ben 14 anni, non aiuta certo a chiarire gli scenari e soprattutto a rasserenare gli animi. Come già supposto alcuni mesi fa, la “patata bollente” delle spiagge in concessione tornerà a scottare – e non poco – subito dopo le elezioni europee; il che significa a stagione estiva già avviata, magari con stabilimenti a mezzo servizio e, ancora una volta, a tutto svantaggio della clientela.