Balneari, l’Ue avverte l’Italia: “I ritardi nelle gare costano cari allo Stato”

Balneari, l’Ue avverte l’Italia: “I ritardi nelle gare costano cari allo Stato”
21 Giugno 15:52 2024 Stampa questo articolo

Il ritardo nelle gare per le nuove concessioni balneari rischia di costare carissimo alle casse dello Stato Italiano. Più che un intervento a gamba tesa quella della Commissione Ue  è una constatazione talmente logica da lasciare senza parole lo stesso governo, che infatti non ha ancora replicato.

La vicenda della Bolkenstein torna infatti ad essere uno dei passaggi-chiave nelle nuove raccomandazioni che Bruxelles ha inviato ieri all’Italia quale paese membro a rischio di pesanti sanzioni. Nella specifico l’Ue scrive testualmente: “Le sfide di lunga data persistono anche in ambiti specifici, come le procedure per l’affidamento di concessioni marittime, lacuali e fluviali per attività ricreative e turistiche (‘concessioni balneari’): i ritardi nell’attuazione di procedure di aggiudicazione trasparenti e competitive per tali concessioni, così come la loro mancanza di redditività per le autorità pubbliche, rimangono motivo di preoccupazione, in particolare, dato che i miglioramenti iniziali apportati con la legge annuale sulla concorrenza 2021 sembrano ostacolati dai successivi interventi legislativi“.

La data ultima entro la quale devono essere messe al bando, con regolare gara pubblica, le nuove concessioni balneari è il 31 dicembre 2024 e le forze politiche, soprattutto quelle di maggioranza, dopo aver sfruttato l’ennesimo rinvio di una decisione per via delle elezioni europee, stanno ora  affannosamente cercando di trovare la quadra tra il pressing del Consiglio di Stato che ha definitivamente archiviato qualsiasi possibilità di proroghe sulla data di scadenza delle gare e quello delle imprese balneari, che reclamano indennizzi a fronte degli investimenti fatti, con una formula che al tempo stesso tuteli gli interessi di uno Stato che in molti casi ha incassato cifre irrisorie per le concessioni erogate.

Tutto questo nel vivo della stagione estiva: qualche operatore non ha lesinato un sarcastico encomio al tempismo della classe politica, che ancora una volta – con gli anni di ritardo accumulati per cercare di districare questa complicatissima matassa – ha dato prova dei suoi limiti.

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Andrea Lovelock
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