La serrata trattativa con l’Ue che il governo Meloni ha già avviato nelle scorse settimane sembra essersi arenata sulla maxi proroga fino a 5 anni che l’esecutivo aveva ipotizzato per prendere e tempo e metter mano alle nuove regole sui bandi per le assegnazioni delle nuove concessioni.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore il piano informalmente sottoposto a Bruxelles nelle scorse settimane è stato riscritto in questi giorni dopo aver ricevuto numerosi rilievi dai tecnici della Commissione europea.
Ora il piano B del governo sarebbe quello di inserire i correttivi con una mini proroga al 2027 nel decreto salva-infrazioni che potrebbe essere discusso nel Consiglio dei ministri di martedì prossimo.
Di fatto le maxi-proroghe che erano state abbozzate nel documento inoltrato a Bruxelles e sfalsate a livello regionale in base ai risultati della mappatura sulla percentuale di costa disponibile (quella attualmente non occupata da concessioni) non avrebbero ottenuto un parere favorevole dalla Commissione di Bruxelles. Da qui la stesura del piano “di riserva” che prevede il mantenimento delle attuali concessioni fino al 30 settembre 2027, con obbligo per gli enti concedenti di indire le gare entro il 30 giugno 2027 e di concluderle, entro il 31 marzo 2028.
Una proposta tutta da verificare anche alla luce dei recenti rilievi del Consiglio di Stato. Ecco perché, sempre secondo indiscrezioni, i tecnici dell’esecutivo starebbero studiando una formulazione del testo che faccia formalmente salva la diretta applicabilità della norma europea, sulla base della possibilità per i Comuni quantomeno di avviare le gare anche prima del 30 giugno 2027.