Il 2021 si è chiuso con l’industria turistica ancora in sofferenza e il nuovo anno, al netto delle riapertura, a causa della guerra, non vedrà probabilmente la piena ripresa dei flussi. Bankitalia ha fatto sapere, venerdì, che a dicembre il saldo della bilancia dei pagamenti turistici dell’Italia aveva registrato un avanzo di 0,4 miliardi di euro (avvicinandosi agli 0,5 miliardi del dicembre 2019 del pre Covid).
Nonostante l’introduzione di ulteriori restrizioni ai viaggi internazionali causa Omicron – ricapitola Il Sole 24 Ore – sia la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia (1,5 miliardi) sia quella dei viaggiatori italiani all’estero (1,1 miliardi) erano state più elevate di quelle di dicembre 2020 (rispettivamente di 0,5 e 0,3 miliardi).
Guardando all’intero ultimo trimestre dello scorso anno, la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia e quella dei viaggiatori italiani all’estero erano quasi triplicate rispetto allo stesso periodo del 2020. Un dato solo in apparenza positivo, però, perché, in confronto con il corrispondente periodo del 2019,si registrava comunque una contrazione del 31,2% dei flussi in ingresso e del 42,5% di quelli in uscita.
In tutto il 2021, poi, secondo i dati provvisori della Banca d’Italia, si era registrato un avanzo della bilancia turistica pari allo 0,5% del Pil, in marginale miglioramento rispetto al 2020. In generale, la spesa dei viaggiatori internazionali in Italia è aumentata di circa il 25% in confronto all’anno prima e quella dei viaggiatori italiani all’estero di oltre il +30%. Ma entrambi i flussi restavano circa la metà di quelli nel 2019. Tutto da verificare, invece, l’impatto negativo che avrà sul turismo la guerra in Ucraina.
A corredo dei dati Bankitalia, sono arrivati quelli di Coldiretti, secondo cui sei stranieri su dieci (58%) hanno dovuto rinunciare a venire in Italia nel 2021 con il dimezzamento nella spesa dei viaggiatori dall’estero e un buco di 22,5 miliardi di euro rispetto al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia. Dai coltivatori diretti pressing sulla necessità di definire le regole post Covid in vista della Pasqua, come richiesto anche dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.
Preoccupati anche gli albergatori italiani. «I dati della Banca d’Italia confermano il lento percorso verso la ripresa avviato lo scorso anno ma oggi drammaticamente interrotto dalla guerra che sta facendo sentire i suoi effetti anche sul settore turistico alberghiero», dichiara Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, che avverte: «Stiamo registrando un fermo pressoché totale delle prenotazioni per i prossimi mesi. In particolare per quello che riguarda il turismo internazionale. Il dramma del conflitto ha imposto un nuovo duro colpo anche al nostro settore».
E ancora: «La progressiva uscita dall’emergenza con la roadmap per il superamento delle misure anti Covid su cui sta lavorando il ministro Garavaglia è certamente importante per riattivare almeno il turismo di prossimità. Ma potrebbe non bastare. La combinazione della debolezza dei mercati e della crescita esponenziale dei costi legati all’energia e alle materie prime che pesa enormemente anche sul settore alberghiero rischia di costringerci a un ulteriore fermo che dopo due anni di pandemia non possiamo permetterci».