Il turismo resta il perno fondamentale della crescita economica italiana, che pure rimane contenuta. È quanto confermano i dati del Bollettino economico della Banca d’Italia, in base ai quali il Pil ha continuato a salire in misura limitata in primavera dopo la moderata espansione del primo trimestre 2024.
Un’ascesa, appunto, spinta dai servizi e in particolare dal travel, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Si tratta indubbiamente di considerazioni significative, anche se resta ancora molta strada da fare, come ha scritto, nella rubrica Voice Of Leader de L’Agenzia di Viaggi Magazine, il presidente di Astoi Confindustria Viaggi Pier Ezhaya.
Nelle più recenti proiezioni macroeconomiche di Bankitalia, il prodotto aumenterà dello 0,6 % nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1 nel 2026. Nel primo trimestre del 2024 il surplus di conto corrente si è ampliato, risentendo positivamente del miglioramento del saldo dei beni.
Su fronte occupazione, si segnala un’impennata in primavera: a fronte di una partecipazione al mercato del lavoro stabile su livelli superiori a quelli osservati prima della pandemia, il tasso di disoccupazione scende ulteriormente, avvicinandosi a quello medio dell’area.
Negli ultimi mesi l’inflazione complessiva è rimasta su valori bassi e la disinflazione si è confermata più lenta per i servizi, per effetto sia delle componenti i cui listini si adeguano con ritardo all’andamento dell’indice generale, sia delle voci connesse con il turismo, per le quali la domanda resta elevata. Secondo le imprese l’inflazione al consumo si manterrebbe al di sotto del 2% nel breve e nel medio termine. Nelle proiezioni di Bankitalia, invece, l’inflazione al consumo si collocherà su valori contenuti, all’1,1% quest’anno e a poco più dell’1,5 nella media del biennio 2025-26.
Bruxelles, comunque, non perde di vista il nostro Paese: la Commissione europea, infatti, ha annunciato che raccomanderà l’apertura di procedure per i disavanzi eccessivi nei confronti dell’Italia e di altri quattro Stati dell’area dell’euro.
Per l’Italia la Commissione stima che il rapporto tra disavanzo e Pil, sebbene in forte contrazione rispetto al 7,4% del 2023, resterà al di sopra della soglia del 3% sia nel 2024 che nel 2025. In merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla fine di giugno, il governo ha richiesto il pagamento della sesta rata a seguito del conseguimento dei 37 obiettivi previsti. All’inizio di luglio la Commissione ha inoltre approvato in via preliminare la domanda di pagamento della quinta rata.
Dal punto di vista dell’economia globale, intanto, si registrano miglioramenti in primavera, sempre grazie ai servizi, ma con segnali di rafforzamento anche nella manifattura. Negli Stati Uniti prosegue la crescita dei consumi, in Cina si espande l’attività nell’industria mentre resta debole la domanda interna, alimentando gli squilibri commerciali con i Paesi avanzati. Secondo le stime più recenti dell’Ocse, nel 2024 l’incremento del Pil globale si collocherà al 3,1%; sulla base di valutazioni di Bankitalia il commercio mondiale si espanderà del 2,2%. L’eventuale aggravamento dei conflitti in corso rappresenta ancora il principale rischio al ribasso per la crescita globale.
FEDERTURISMO: IL TRAVEL SI CONFERMA IL MOTORE DELLA NOSTRA ECONOMIA
I dati di Bankitalia, dunque, ribadiscono la centralità dell’industria turistica e la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, osserva: «Il Bollettino Economico della Banca d’Italia conferma il ruolo cruciale del turismo come motore della crescita economica italiana. Nel 2023, i consumi delle famiglie residenti e non residenti per servizi di alloggio e ristorazione sono aumentati del 5,4% in termini reali rispetto all’anno precedente, un chiaro segnale della ritrovata fiducia e vitalità del settore».
E le buone notizie non finiscono qui, spiega Lalli: «Secondo le analisi dell’Istat, nel 2023, la componente estera della clientela ha superato quella domestica, raggiungendo il 52,4% del totale dei pernottamenti. Un incremento che non solo ha permesso di sorpassare i livelli pre pandemici, ma ha anche evidenziato l’attrattiva internazionale dell’Italia come destinazione turistica di primo piano».
Il connubio fra Italia e travel, dunque, si consolida sempre di più: «I pernottamenti degli stranieri in Italia – sottolinea Lalli – hanno ripreso a crescere superando i valori del 2019, in linea con altri Paesi a forte vocazione turistica come Francia, Grecia, Portogallo e Spagna. È fondamentale continuare a investire nella qualità e nella sostenibilità delle nostre strutture turistiche per mantenere e accrescere questa tendenza positiva».
E ci sono altri dati che fanno sorridere il comparto turistico italiano: «Nel primo trimestre del 2024 – nota ancora la presidente di Federturismo Confindustria – la spesa reale dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata del 10,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, recuperando i livelli del 2019. Un risultato trainato principalmente dai turisti provenienti da Paesi extra Ue, come Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, con una spesa media pro capite più elevata».
Nella sua annotazione finale Lalli riassume l’andamento generale positivo del travel in Italia e detta la sua ricetta anti overoturism: «Questi dati mostrano il grande valore che la filiera turistica italiana rappresenta per la crescita, l’occupazione e la ricchezza di territori, famiglie, imprese e destinazioni. Occorre continuare a investire in un turismo di qualità per garantire un modello sostenibile di sviluppo turistico e, parallelamente, eliminare i fattori di squilibrio che ancora oggi provocano sovraffollamento stagionale o distribuzione asimmetrica dei flussi».