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Barcellona, così parlò la Corte:
stop case vacanza dal 2028

Barcellona turisti da adobe

Barcellona turisti

E ora il Comune di Barcellona ha anche il via libera della Corte Costituzionale. Da novembre 2028 – riferisce Hosteltur – potrà procedere alla revoca delle licenze per 10mila alloggi turistici. Un passo obbligato per risolvere l’emergenza abitativa e contrastare l’overtourism, aveva chiarito a giugno 2024 il sindaco, Jaume Collboni, che adesso può esultare: «È una notizia fantastica».

Il decreto approvato nel 2023 dalla Generalitat – che permette al Comune di Barcellona di non rinnovare le licenze in scadenza – è stato ritenuto legittimo dalla Consulta spagnola in seduta plenaria, proprio perché, si legge, “10.000 appartamenti possano tornare a essere adibiti a scopi residenziali dal novembre 2028”.

La sentenza rigetta dunque il ricorso presentato dal Partito Popolare (PP) contro la norma promossa dal governo Erc. La legge, la prima a regolamentare gli appartamenti turistici in Catalogna, introduce diverse restrizioni: ne impedisce l’uso a fini residenziali, salvo alcune eccezioni, e limita il numero di licenze che possono essere concesse a un massimo di dieci ogni 100 abitanti, con una durata estendibile a cinque anni.

LA NASCITA DEL DECRETO

Il decreto del governo catalano era stato approvato a dicembre 2023 dal Parlamento, con i voti di Erc, Cup, Comunes (Comuni) e il Psc (Partito socialista operaio spagnolo), che ha concordato con i repubblicani una serie di emendamenti per ridurre il numero di Comuni interessati e rimuovere il limite di dieci appartamenti turistici ogni 100 case, sebbene le elezioni anticipate abbiano impedito l’introduzione di queste modifiche.

Il verdetto ritiene quindi che il decreto promosso dal governo di Pere Aragonès non violi i limiti della legislazione d’urgenza, poiché è stato approvato in risposta alla “proliferazione” di appartamenti turistici in alcuni comuni della Catalogna per far fronte agli effetti che questo fenomeno ha sul patrimonio immobiliare primario.

Inoltre, secondo i giudici il provvedimento è coerente con la tutela costituzionale del diritto alla proprietà privata o all’espropriazione obbligatoria, dell’autonomia locale, dell’effettiva tutela giurisdizionale, dell’uguaglianza e della certezza del diritto, nonché con il sistema di unità di mercato.

La norma – è bene precisarlo – non si applica a tutti i Comuni della Catalogna, ma ai 262 che presentano problemi di accesso agli alloggi e dove c’è il “rischio di alterare l’equilibrio dell’ambiente urbano a causa di un’elevata concentrazione di appartamenti turistici”. L’elenco dovrà essere aggiornato ogni 5 anni su disposizione del responsabile dell’urbanistica della Generalitat.

La regolamentazione dell’uso turistico delle abitazioni – precisa la Corte – non elimina il diritto di proprietà, ma definisce “un aspetto specifico del suo contenuto, tenendo conto della funzione sociale del diritto, che non ne fa scomparire né lo rende irriconoscibile“.

Inoltre, il decreto è compatibile con la garanzia dell’unità del mercato, poiché il suo scopo è quello di prevenire danni all’ambiente urbano, in particolare “di tutelare il modello di città previsto dalla pianificazione urbanistica“. La regolamentazione degli appartamenti turistici, infine, è “rispettosa” dell’autonomia comunale perché mira a tutelare “interessi sovralocali” e garantisce ai Comuni un livello di intervento proporzionale ai loro interessi in materia.

LA VITTORIA DI COLLBONI

Raggiante il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni: «La sentenza non solo ha ratificato pienamente e molto chiaramente la costituzionalità delle restrizioni, ma approva la decisione di non rinnovare nessuna delle attuali licenze della città nel novembre 2028, in modo che 10.000 appartamenti possano essere nuovamente utilizzati per scopi residenziali. Oggi – sottolinea – abbiamo visto che è costituzionale cambiare le regole del mercato immobiliare nel nostro Paese e che questa misura è necessaria».

Laia Bonet, assessore all’Urbanistica, ha rimarcato che «approvando questo decreto, la Corte Costituzionale ha convalidato anche la scadenza quinquennale delle attuali licenze di uso turistico in Catalogna. Pertanto, nel novembre 2028 termineranno tutte quelle per appartamenti turistici; non saranno più valide e, di conseguenza, non sarà possibile continuare a recuperare immobili sulla base di alcuna licenza perché non ci sarà alcun supporto legale».

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