Un boom. Inaspettato. Tanto da dover ricorrere a restrizioni straordinarie per cercare di riparare ai danni. A Barcellona scoppia l’allarme per i contagi da Covid, soprattutto tra i giovanissimi. Il governo catalano, dopo la crescita vertiginosa dei casi, ha deciso così di chiudere bar e ristoranti entro le 00.30 e di vietare gli assembramenti che prevedono la partecipazione di più di 10 persone. «Ad oggi abbiamo più di mille persone ricoverate nei centri ospedalieri e 209 versano in condizioni critiche», fanno sapere da Barcellona.
Anche il consolato italiano a Barcellona, pochi giorni fa, aveva «sconsigliato i viaggi non ritenuti essenziali nei prossimi mesi estivi» a causa «dell’aumento esponenziale dei casi positivi soprattutto tra i giovani e le elevate difficoltà delle Autorità sanitarie locali nel fornire adeguata assistenza». In particolare, la nota stampa sottolineava le difficoltà nell’individuare «strutture ricettive adeguate per consentire ai turisti stranieri di svolgere il periodo di confinamento in caso di test positivo». Mancano quindi i posti letto. E con i tre Covid hotel di Barcellona oramai pieni (ognuno con circa 70 posti letto), nell’ultimo weekend sono state aperte in fretta e furia altre due strutture a Salou e Lloret de Mar, quest’ultimo a circa 80 chilometri dalla capitale catalana.
«La situazione è fuori controllo. Per fortuna quando ho chiamato per i miei due ragazzi, in vacanza a Barcellona e risultati positivi al tampone antigenico, c’era ancora qualche camera libera – spiega Valentina Bosco, titolare dell’agenzia Quattro Passi di Torino – È stata una odissea. Quando mi hanno detto del tampone positivo, ho passato tre giorni a contattare l’Ambasciata italiana a Madrid, il Consolato a Barcellona e i numeri dell’assistenza spagnola. Ma nessuno mi ha risposto. Fortunatamente, grazie all’Unità di crisi della Farnesina, mi hanno fornito un’email e così sono riuscita ad avere tutte le informazioni necessarie».
«Mi hanno detto – prosegue – che solo negli ultimi due giorni sono stati contattati da almeno 180 italiani risultati positivi ai tamponi, ma di fatto le Autorità locali non sanno come gestire il confinamento obbligatorio. I Covid hotel sono pieni e gli altri alberghi non possono accettare positivi per evitare che contagino gli altri ospiti. Molti, poi, sono partiti senza assicurazione e quindi c’è il serio rischio che rientrino in Italia nonostante siano risultati positivi, considerando che il più delle volte le compagnie aeree non controllano i documenti».
«Per chi dovesse trovarsi nella mia situazione – conclude l’agente – consiglio di mandare una mail a barcellona.assistenza@esteri.it, spiegando il caso e lasciando un recapito telefonico. Io sono stata contattata dopo 20 minuti e i miei ragazzi sono riusciti così a raggiungere la struttura 4 stelle di Lloret de Mar. Da ieri sono chiusi in camera, hanno compilato tutti i documenti necessari e si sono registrati al programma di tracciamento Covid. Il soggiorno con pasti, esclusi i trasferimenti, è a carico del governo spagnolo. Il 20 luglio faranno il tampone e dopo potranno tornare in Italia».
Quello catalano è solo uno dei nuovi “hot point” del Covid, una brusca ondata che ha portato a nuove restrizioni estive in vari Paesi europei e che induce il governo italiano a ipotizzare l’obbligo di green pass anche per eventi e ristoranti.