Stop agli aiuti al turismo? Che non si dica. Un parte dell’industria ha subito reagito alle parole del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, propenso all’interruzione dei sostegni economici a favore di una ripartenza in termini di operatività.
Dopo la richiesta di Assoviaggi di continuare a sostenere il settore, interviene anche Aigo Confesercenti, associazione delle imprese della ricettività diffusa, che per bocca del presidente Claudio Cuomo dichiara: «All’indomani di una ripartenza del turismo per alcune località di mare e montagna, arrivano dal governo notizie del termine di tutti gli aiuti. Se è pur vero che per alcuni una ripresa c’è stata, questa non ha visto partecipi le città d’arte: basti pensare che nella Capitale ancora il 50% degli alberghi sono chiusi e di questi una parte non aprirà mai più. Il numero di strutture defunte cresce con la previsione che il credito di imposta locazioni e affitto d’azienda sia terminato».
E ancora: «Soltanto ad aprile 2022 si potrà pensare di allentare aiuti e credito, se il Covid sarà arretrato e se sarà ripartita la fiducia dei viaggiatori. In Parlamento ci sono emendamenti ed interrogazioni trasversali favorevoli al prolungamento di questa misura almeno per tutto il 2021. Se cessasse ora ogni sorta di aiuto proprio nel momento in cui si pensa a una vera ripartenza seppure in un mercato con nuove regole, quanto fatto finora dal governo sarà stato un inutile sperpero di denaro pubblico e la morte annunciata di migliaia di attività sarà inevitabile».
Presa di posizione anche da parte di Federagit Confesercenti: «La dichiarazione del ministro Garavaglia che parla di sospendere i ristori alle imprese e ai professionisti del turismo è davvero anacronistica- denuncia la presidentessa Micol Caramello – Il settore delle visite guidate è ancora in grande perdita rispetto al 2019 e, soprattutto nelle città d’arte, il turismo non è ripartito: c’è ancora tanta disoccupazione tra guide e accompagnatori turistici».
Caramello sottolinea poi che la ripartenza del mare Italia non equivale affatto a una ripresa del turismo, in quanto manca ancora tutta la fetta del turismo straniero nelle città d’arte e di tutto il turismo organizzato: «Avere i litorali pieni di turisti per lo più italiani non significa che ci sia stata una vera ripartenza per tutto il comparto turistico, le città d’arte sono ancora deserte e tutte le categorie che compongono la filiera del turismo meritano attenzione».
Federagit pone poi l’accento sulla questione delle normative, della lotta all’abusivismo, e della gestione delle regole anti Covid: «Se la volontà del Ministro è quella di farci tornare a lavorare – afferma Caramello – è necessario che ci aiuti a far sì che localmente si effettuino molti più controlli nei confronti dell’abusivismo che è veicolato anche e soprattutto dalle piattaforme internet. Servono altresì linee guida anti Covid aggiornate: basti pensare che, secondo le regole uscite nel 2020, abbiamo l’obbligo di accompagnare piccoli gruppi di turisti, mentre gli stessi possono viaggiare su bus e treni all’80% della capienza. Infine, non meno importante, la questione dei musei ove vigono regole totalmente differenti a partire dal numero di persone che possono accedere in visita con la guida, fino ad arrivare all’obbligo di prenotazione e prepagamento degli ingressi che non permette più l’accesso last second. Bisognerebbe facilitare il lavoro degli operatori, non renderlo più complicato».
Infine, la questione dell’attesissima riforma delle professioni turistiche: «Abbiamo la necessità – conclude la presidente – che il ministro ci faccia partecipi delle sue intenzioni rispetto alle proposte di legge sulla professione di guida turistica ferme in Parlamento. Dobbiamo sapere a cosa andremo incontro. Il rischio è che ci sia una moria di partite Iva».