by Roberta Rianna | 28 Luglio 2023 12:01
“Le vacanze come le conosciamo sono finite”, è il titolo dell’editoriale di forte impatto a firma di Bill McGuire, vulcanologo e professore “emerito” di rischi geofisici e climatici, appena pubblicato dalla Cnn[1]. Vediamone il costrutto.
La riflessione parte da un fatto: le immagini di queste ore dei turisti in vacanza a Rodi, Corfù ed Evia[2], terrorizzati e in fuga dalle fiamme. Caldo oltre la media, incendi e nubifragi nell’Europa meridionale? “Sarebbe un grosso errore – si legge – considerarli come eventi bizzarri. Al contrario, le condizioni meteorologiche estreme di quest’estate sono un promemoria che nemmeno le nostre vacanze sono al riparo dalle crescenti conseguenze del riscaldamento globale”.
Surriscaldamento che il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, così come un pool di scienziati, non ha esitato in queste ore a definire “ebollizione globale”. In concreto, si prevede che il numero medio di giorni di ondate di caldo aumenteranno di sei volte in tutta il Sud Europa: cosicché, un’ondata di caldo anomalo ogni 100 anni si verificherà d’ora in avanti ogni due anni.
“Il super caldo e gli incendi in corso – riflette ancora Bill McGuire – ci forniscono scorci del peggio che accadrà nei decenni a venire, man mano che il nostro pianeta diventa sempre più caldo. Ma questa non è un’evoluzione naturale, bensì il risultato diretto dell’inquinamento da carbonio”.
In questo editoriale, la Cnn non manca di ricordare la stretta relazione tra vacanze ed emissioni di CO2, arrivando addirittura ad affermare: “Gli eventi dell’ultima settimana nelle isole greche dovrebbero farci riflettere, non solo sull’opportunità o meno di volare in vacanza verso luoghi che potrebbero minacciare noi e i nostri cari, ma anche sul senso di avere una vacanza”. Una posizione senza dubbio estrema. Ma andiamo avanti.
“Per molti di noi – prosegue McGuire – partire ogni anno per una vacanza all’estero è diventato quasi istintivo, qualcosa che facciamo senza pensarci davvero. Se l’Europa meridionale è vittima del super caldo, allora la tendenza sarà quella di trovare un altro posto che appaia meno rischioso. Ma questa non è la risposta. Condizioni meteorologiche estreme possono verificarsi ovunque. Quindi che si fa?”.
Ciò che la Cnn, neanche troppo velatamente, consiglia è limitare l’outgoing e l’impiego degli spostamenti aerei. “I viaggi – scrive l’esperto – devono tornare alle loro radici. In particolare, le vacanze all’estero devono essere separate dal volo, prediligendo in Europa treni, auto e bus”. Ma secondo un’analisi di Greenpeace, citata in tale editoriale, “viaggiare in treno in Europa è in media quattro volte più costoso del volo, mentre muoversi su strada richiede più tempo ed è probabile che comporti ore di frustranti code nei porti”.
Ma il lato positivo, in tal caso, “è che il viaggio stesso diventa parte della vacanza”, contribuendo in modo massiccio alla riduzione di emissioni di carbonio. Proprio il trasporto aereo, ricorda la Cnn, è una delle prime vittime del caldo: il riferimento è allo stop degli aeroporti siciliani di Catania[3] e per alcune ore di Palermo[4], ma in generale – sostiene –“ritardi e cancellazioni sono destinati a diventare molto più comuni”. Negli Stati Uniti, ad esempio, “l’impatto del caldo estremo sui motori degli aerei e sulla macchina in sé in fase di decollo significa che gli aerei devono ridurre il peso eliminando carburante, passeggeri o bagagli, o in alternativa attendere che le temperature scendano”.
Fatto questo preambolo, da Bill McGuire la conclusione autarchica alla sua tesi: “Vacanza è spesso sinonimo di riposo. Dobbiamo per forza sperimentare l’esotico per raggiungere questo obiettivo, specie se la nostra incolumità è a rischio per una vacanza in terre lontane? Forse – arriva a scrivere – dovremmo trarre una lezione dalla pandemia, quando a causa delle limitazioni ai viaggi si praticava la staycation”.
È un fiume in piena il professor McGuire, che infine ricorda come, proprio a causa del riscaldamento globale, Paesi prima “freddi” come il Regno Unito, ora sono bollenti. Per cui – incita – “se ti piace il caldo, avrai sempre meno bisogno di viaggiare. E il fatto di essere vicini a casa porterà conforto e benessere. Solo così, contribuendo noi stessi a ridurre le emissioni di carbonio, potremo rendendoci parte della soluzione e non del problema”.
Va detto per inciso: il viaggio è vita, declinarlo in modo etico è di certo essenziale. Ma invitare i propri lettori a viaggiare meno, o a non farlo affatto, è un abominio. Una bomba che nel nostro piccolo ci adopereremo per disinnescare.
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