Una ventata dal Nord Europa ha avvolto Milano. Prima con il festival “I Boreali” dedicato alla forte identità letteraria di autori che hanno raccontato i luoghi, la storia e i miti del grande Nord. Poi con il vivaista svedese Oskar Widmark che alla mostra-mercato Orticola ha stupito i giardini pubblici Indro Montanelli con la sua nuova cultura del verde indoor. Infine Be Nordic Day, evento per operatori turistici organizzato da VisitDenmark, Visit Iceland, Visit Norway e Visit Finland.
Molti i tour operator italiani coinvolti in networking per spunti e consigli di viaggio scambiati con una ventina di partner nordici, espressione di una nuova generazione di professionisti entusiasti e preparati, che antepongono ricerca e qualità ai grandi numeri.
Momento clou dell’incontro è stato l’intervento “La sostenibilità è un viaggio, non una destinazione” dello svedese Jeppe Klockareson di Fair Travel, che dal 2004 si occupa di ecoturismo e turismo responsabile. Appassionato di viaggi, natura e sostenibilità, ha dichiarato: «È evidente che c’è un cambiamento nell’impostazione del turismo globale e del settore turistico dove la sostenibilità è diventata una priorità. I Paesi nordici lo dimostrano con azioni, strategie, strumenti e il pubblico ne coglie l’importanza. Insieme possiamo cambiare in meglio e credo onestamente che possiamo diventare una delle destinazioni più sostenibili del mondo».
L’esplorazione delle soluzioni nordiche di Klockareson raccomanda una più stretta collaborazione dei cinque Paesi, sempre più uniti in grandi iniziative che, ad esempio, hanno già dato frutti nelle politiche dell’elettricità o della raccolta differenziata, con la prossima sfida che riguarda l’acqua.
Un puzzle che, nei flash dell’esperto, vede la Norvegia con 26 destinazioni certificate e altre 6 in arrivo grazie alla road map stabilita nel 2017 tra i vari partner del turismo, con la sostenibilità come fondamento dello sviluppo. L’Islanda sarà carbon free nel 2040 ma la crescita molto veloce nel turismo va monitorata per scongiurare il turismo di massa. La vision 2030 della Svezia la renderà la più sostenibile nel mondo, ma deve ancora definire criteri e obbiettivo. Infine, se la Finlandia procede fattivamente nell’industria del turismo e del travel, alla Danimarca, che nel 2020 ha cominciato ad agire prima sugli abitanti e poi sui visitatori, va la palma di miglior strategia, perché misurare gli aspetti sociali e dell’ambiente insieme è importante. Lo fa la grande catena Arp-Hansen Hotel Group che lavora con certificazioni e iniziative specifiche nel segno della sostenibilità: vanno dal lavoro decente alla crescita economica degli impiegati, dalla cucina organica e ristoranti green al consumo responsabile, arrivando forse a eliminare i buffet a favore di porzioni individuali per dare il cibo in eccesso a enti di beneficienza.
È il ruolo importante del turismo, «che dovrebbe rinascere, diventare il motore del cambiamento in chiave sostenibilità, per combattere la povertà, per creare lavoro – conclude Klockareson – Il modello attuale non è sostenibile, improntato così com’è alle logiche di margini e risultati economici. Non è un’industria isolata ma parte di tutta la comunità locale e poi anche dei viaggi. Cresce dal basso benché venga dall’alto. Bisogna quindi cambiare, passo dopo passo, e uccidere il mito che la sostenibilità è più cara, perché non deve esserlo».