Bernina Express, il trenino rosso ai nastri di partenza
Overbooking sulla carta, tra nuove prenotazioni e riprogrammazione delle partenze cancellate, mentre il turismo tra Italia e Svizzera è fermo. È il paradosso delle richieste di tour sul Bernina Express da parte del mercato Italia.
I trenini rossi circolano regolarmente da inizio 2021, poiché rientrano tra i regionali (trasporto pubblico), nonostante il 95% dell’utenza sia turistica. Saltano però la tappa italiana di Tirano. Il Glacier Express invece ripartirà direttamente all’apertura delle frontiere.
«Se dipendesse dalla Svizzera, gli italiani potrebbero entrare e circolare liberamente lasciando i dati personali alla frontiera, autocertificando lo stato di salute – spiega Enrico Bernasconi, market manager Italia di RhB – Il problema è il rientro: in caso di controllo, a Tirano va presentato l’esito di un tampone negativo effettuato in Svizzera entro le 48 ore precedenti. I turisti però quasi sempre effettuano il viaggio in giornata. Non è impossibile fare un tampone a St. Moritz, ma è piuttosto insensato. Costa più il tampone, circa 80 euro, che il viaggio. Oltre a ridurre il tempo libero. Quindi siamo fermi sul mercato italiano».
Il lavoro nella gestione del booking però è tantissimo, nonostante il periodo di stand by dei viaggi.
«Uno dei grossi problemi è non avere una data di ripartenza – aggiunge Bernasconi – Nella collaborazione con il trade, questo rende difficile proporre alternative. Da un anno proviamo a posticipare i programmi di viaggio; più il tempo passa e più è difficile trovare date perché sono già occupate; i treni sono pieni, sulla carta. Sembra assurdo parlare di overbooking, ma accumuliamo richieste e abbiamo difficoltà a smaltirle. Attualmente il mio lavoro consiste nel contatto costante con le agenzie per cercare di volta in volta una soluzione plausibile: cambiamento di orario, di giorno della settimana, inversione della tratta. Serve estrema flessibilità nostra e delle adv. È un paradosso dover dire a volte di no, quando di fatto è un anno che non trasportiamo turisti. Stiamo dilazionando prenotazioni nei mesi o negli anni. Proviamo con tutti i mezzi, con flessibilità, fantasia e disponibilità, a risolvere problemi. Chiediamo anche comprensione dalla parte opposta. Non vedo l’ora di poter accontentare tutti e che si possa riprendere davvero a viaggiare».
Durante la “parentesi estiva 2020”, quando a giugno il turismo è ripartito, in due settimane i treni si sono riempiti con gli individuali e poco dopo anche con i gruppi. «Il nostro resta un prodotto molto richiesto. L’ultimo dei problemi che mi ritroverò è la mancanza di richieste – spiega il market manager – Nonostante esistano migliaia di destinazioni, il trenino rosso è ambito e pratico: è semplice, porta in mezzo alla natura, parte dall’Italia, ha una meta di forte richiamo che è St. Moritz, ha l’unicità di viaggiare a 2.500 metri, non ha limiti di età e di portafoglio, ha il fascino dell’escursione in giornata».
Ferrovia Retica è prontissima a riaccogliere la clientela italiana. «Aspettiamo la bella stagione e l’accelerazione sui vaccini, le condizioni legali e di sicurezza. Non vediamo l’ora. Speravo si ripartisse prima di Pasqua, oggi spero che l’inizio di giugno porti il turismo libero tra le nazioni. Aprire e chiudere nel nostro lavoro è una mazzata; meglio stare chiusi ancora un po’, stringere i denti e riaprire gradualmente, ma sicuri di non dover tornare indietro. Ci vuole delicatezza e rispetto; oggi ha poco senso parlare di offerta e prodotto. La mia pubblicità adesso è comunicazione. Per esempio abbiamo decorato un tram di Milano come fosse un trenino rosso, per esserci senza parlare».
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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