by Andrea Lovelock | 14 Dicembre 2020 13:51
Tempo di bilanci e di idee coniugate al futuro per Fiavet che, a chiusura dell’anno più drammatico per il mondo dei viaggi dal dopoguerra ad oggi, stila un consuntivo e traccia una roadmap per la ripartenza.
«Il turismo paga più di chiunque le conseguenze della pandemia, e nell’intera filiera le agenzie sono quelle completamente ferme, a fatturato zero. Non basterà, infatti, la semplice riapertura dei punti vendita a dar respiro al comparto, perché oggettivamente non ci sono prodotti da mettere in vetrina – osserva Ivana Jelinic, presidente di Fiavet-Confcommercio – Un anno iniziato con l’enorme sforzo dei rientri dall’estero dei numerosi Italiani, con le perdite del turismo scolastico. E la prima battaglia economica è stata nella filiera stessa, sui rimborsi. Denaro anticipato per i fornitori che con difficoltà ritornava indietro. I voucher sono stati vitali per non seppellire subito l’intera categoria».
Bocciati invece i Buoni Vacanza, un provvedimento del Mibact «pari alla metà dell’investimento totale sul turismo in quel momento – sottolinea Jelinic – che è stato una leva al consumo da cui sono state escluse agenzie di viaggi e tour operator».
IL CASO DEI RISTORI E DEL FONDO PERDUTO. La presidente Fiavet passa poi ad esaminare l’estate 2020: «Caratterizzata da un turismo di prossimità che non ha risolto il problema del settore che deve molto agli stranieri, protagonisti degli arrivi nelle città d’arte, e al nostro turismo verso l’estero, parte decisiva nei fatturati delle agenzie italiane».
La seconda ondata autunnale della pandemia ha poi messo del tutto in ginocchio il turismo: «Ad oggi, seppur certi dello stanziamento nel bando Mibact, le adv e i tour operator non sono in nessuno dei 4 decreti ristori se non per alcune facilitazioni fiscali in quanto imprese».
Quindi Fiavet-Confcommercio insiste affinché, dopo l’erogazione della prima tranche relativa al bando uscito ad agosto, si abbiano subito nuove possibilità, nel 2021, «per tutti gli esclusi dal bando chiuso il 9 ottobre, e per i mesi da agosto a dicembre, in cui tutti gli addetti sono stati fermi, indipendentemente dalle Regioni di residenza»·
I vertici Fiavet annotano poi che secondo i dati Enit ci sono stati quest’anno 57 milioni di turisti in meno con una perdita di 71 miliardi di euro. Conti alla mano, il pil nazionale ha perso il 5,8% in un settore che pesava il 13% sull’economia italiana.
E guardando al mappamondo dei viaggi Fiavet annota che sono spariti gli arrivi dalla Cina (-91,7%) nell’anno Italia-Cina; persi anche gli Usa, il nostro mercato di lungo raggio più importante, che segna un -90,6%
«Sopra ogni prodotto, mancando i viaggi all’estero – aggiunge sconsolata Jelinic – e è decisiva l’assenza delle crociere, l’ultimo baluardo di sicurezza che era rimasto per viaggiare, in cui confidavamo per Natale e Capodanno. Le compagnie che erano appena ripartite con rigidissimi protocolli, tanto da essere scelte per lo smartworking, oltre che per le vacanze, oggi si trovano ferme fino al 10 gennaio».
IL MODELLO PER RIPARTIRE. Le prospettive nell’immediato, tracciate da Jelinic, sono a dir poco grigie: «Il mercato è in un clima di grande incertezza sanitaria ed economica, e diversi studi ci confermano una ripresa completa non prima del 2024 in Europa. Le prenotazioni aeree, infatti, vedono un calo della domanda del 75% per il 2021. Una proiezione che potrà migliorare se ci sarà una riapertura dei corridoi, l’efficacia e la sicurezza del vaccino, e le nuove veloci procedure di esclusione della quarantena già adottate in alcuni aeroporti. Il nostro obiettivo è agire: siamo contrari all’assistenzialismo, ma per impedire inabissamento di un intero comparto occorre sostenerlo in questo momento storico».
Il riferimento di Jelinic si spinge, quindi, anche ai piani futuri in sede europea: «Assegnare tre miliardi da dividere con la cultura sui 197 del Recovery Plan significa non capire su quali tesori siamo seduti rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo. Siamo infatti gli unici in grado di dare assistenza reale e garanzie quando si viaggia, soprattutto ora che la sicurezza è diventato un bisogno imprescindibile del nuovo turista».
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