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BizTravel, Patanè: «Ripartenza con digital e big data»

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Il tema fondi, con tutti i ritardi annessi, resta fondamentale. Il turismo, messo al tappeto (o quasi) dalla pandemia di Covid-19 con il 2020 che segnerà una perdita del 50% del fatturato mondiale, si lecca le ferite e guarda la luce che si intravede in fondo al tunnel. Gli aiuti di Stato sono una grande opportunità, «il capitale muove le idee e guida quindi la trasformazione delle aziende, creando movimento nei consumi», spiega Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet, all’evento di apertura del BizTravel Forum, quest’anno in formato virtuale e come sempre moderato dal giornalista Nicola Porro.

DATI, IMMAGINE E INVESTIMENTI. «È un sistema circolare – continua Patanè – E dobbiamo riferirci al mondo attuale. Il turismo deve innovarsi: va bene il digitale, vanno bene i chatbot e i vari sistemi di intelligenza artificiale, ma dobbiamo renderci conto che lo sviluppo di questi sistemi porta sicuramente a qualcosa da pagare, certamente in termini di posti di lavoro».

In tutto ciò, c’è anche l’obiettivo di rilanciare l’immagine del Paese: «Raccontare la nostra storia, come stiamo affrontando questa crisi sanitaria ed economica, cercando di rendere esplicita l’Italia con regole chiare e perseguibili anche all’estero – aggiunge il numero uno di Uvet – Ci saranno investimenti nelle infrastrutture, investimenti nella sostenibilità e nel digitale e questo può aiutare senz’altro il nostro settore».

Alla base? Patanè lo ripete più volte: «Va creato un centro nevralgico dove poter leggere i dati, permettendo agli interlocutori di interpretarci. Un passaggio che, step by step, in una consultazione irrituale e che lega diversi ambiti, dia informazioni giuste per cui i soldi vengano investititi velocemente e bene. In Italia abbiamo un grosso problema, vendiamo le cose prima che succedano: dal punto di vista politico dobbiamo essere bravi noi ad alzare la voce e il sistema a essere molto più efficiente».

LA RESILIENZA DELL’ITALIA. Reinventarsi, sfruttando al meglio la reputazione aziendale e preservando per quanto possibile il benessere dei lavoratori. Sono questi i fattori che hanno fatto e continueranno a fare la differenza tra chi “si salva” e chi no. Per Paolo Bergamo, senior vice president strategic customer transformation and innovation di Salesforce, pluripremiata software company, ci sarebbe una ricetta per sfruttare al meglio questo momento di crisi: «Lavorare sui clienti rassicurandoli; prendere confidenza con il nuovo mondo, dove focalizzandoci sul business avremo un impatto che, giorno dopo giorno, sarà sempre più ibrido».

«C’è un mondo industriale che non si è mai fermato». Per Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass, è questo il motore dell’Italia, la sua resistenza. «Il cambiamento? Le città devono cambiare con maggiore velocità, senza vincolarsi al vaccino. Il Covid deve aprirci a un cambio culturale nella gestione delle nostre giornate. Qui la mobilità dà supporto e consente cambio di passo».

Quanto alla digitalizzazione, tra i sei perni del Recovery Plan, il direttore merchant services & solutions di NexiEnrico Trovati, specifica: «Se il digitale entra saldamente nel quotidiano, i picchi di connessione si sfumano e il servizio reso si ottimizza. Se usato con intelligenza e per la revisione dei processi sarà un grandissimo acceleratore di sviluppo. Passando, e il passato lo certifica, per nuove e utili regole governative».

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