Blockchain avanti tutta: dal caso Aruba a Tui
Se nel mondo cresce la febbre dei bitcoin con un mercato che, secondo gli Osservatori digital innovation della School of Management del Politecnico di Milano, ha raggiunto una capitalizzazione massima di 830 miliardi di dollari per circa mille valute virtuali in circolazione, in Italia il fenomeno non sembra scatenare ferventi entusiasmi. Ancora manca una legislazione in materia, nonostante il nostro Paese abbia aderito all’European Blockchain Partnership, gruppo di lavoro lanciato ad aprile da 22 Paesi Ue per incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie.
Ma facciamo un passo indietro. I sistemi basati sulla catena di blocchi e sulle criptovalute sono responsabili di un cambiamento sociale nelle logiche di utilizzo, controllo e condivisione delle informazioni in Rete, segnando un passaggio dall’internet delle persone all’internet del valore, che si esprime in una nuova client experience diretta, che riduce o annulla la disintermediazione e favorisce la partecipazione degli utenti agli utili con operazioni di crowdfunding, dette Ico – Initial Coin Offering.
La disintermediazione non è il solo obiettivo dell’isola di Aruba, che con una popolazione di poco più di 100mila abitanti accoglie 1 milione di visitatori l’anno. Atech Foundation, realtà no profit per lo sviluppo di startup ed ecosistemi tecnologici nell’area caraibica, si è rivolta alla svizzera Winding Tree per utilizzare la loro piattaforma, costruita sulla blockchain pubblica di Ethereum, per collegare i turisti direttamente con i fornitori di viaggi, nel tentativo di eliminare tutti gli intermediari e trattenere così parte dei profitti, tassarli e mantenere le entrate sull’isola. Una strategia volta a contrastare le grandi Olta e qualche compagnia aerea che, controllando i prezzi, fa sì che gran parte degli utili dell’isola vada perso. Il progetto dovrebbe partire a fine 2018.
Tra i player del turismo, Expedia è stata la prima grande azienda ad accettare bitcoin, mentre Tui sta migrando parte della sua infrastruttura in una blockchain privata. Sita Lab sta testando la blockchain per trovare un modo semplice per identificare i passeggeri di volo, memorizzare le informazioni biometriche e personali, mentre Iata ha creato la sua criptovaluta.
Già dallo scorso anno Singapore Airlines dispone di un programma di fidelizzazione per migliorare la gestione di dati e documenti dei passeggeri frequent flyer basato su blockchain. KrisPay, un portafoglio digitale sviluppato in collaborazione con Kpmg e Microsoft, consente ai clienti della compagnia aerea di trasformare le miglia di viaggio in unità di pagamento, che possono essere utilizzate con i rivenditori partner nella città Stato di Singapore. I clienti iscritti al programma possono così scaricare un’app sul proprio cellulare, convertire le miglia in unità KrisPay e pagare attraverso un QR code. Tra i partner, ristoranti, negozi, saloni di bellezza e punti vendita Lego.
Un esempio seguito anche dalla low cost malese AirAsia che, stando alla Nikkei Asian Review, ha lanciato di recente un programma riservato ai clienti abituali con premi basati sulla valuta digitale BigCoin. L’obiettivo è di incrementare i servizi digitali e puntare sempre più su un sistema senza contanti. I clienti potranno così acquistare il proprio posto, upgrade e pasti a bordo. A breve, la stessa AirAsia potrebbe anche lanciare una Ico.