Bluvacanze e i tre pilastri del rilancio
L’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del comparto e sugli elementi strategici che lo stanno guidando: Domenico Pellegrino, amministratore delegato del Gruppo Bluvacanze, ha voluto incontrare la stampa a Milano e insieme ripercorrere le ultime tappe «di una storia lunga 50 anni che con l’arrivo di Msc ha dato il via a un nuovo corso – ha esordito il manager – Superate le traversie della pandemia siamo ripartiti con slancio anche maturando e ragionando sulla corretta direzione che vogliamo prendere per costruire le basi del futuro».
E guardando al percorso fatto finora sono soprattutto tre gli elementi in evidenza, corrispondenti alle tre business unit del gruppo.
«Nel business travel avevamo l’obiettivo di uscire dalla dimensione italiana e proiettarci sull’internazionale, finora presidiata soprattutto da gruppi stranieri. Con Cisalpina Tours International siamo oggi presenti in dieci nazioni, con sedi in Turchia, ad Amburgo, Parigi, Ginevra, Londra, Madrid, Cipro e New York, dove da gennaio avremo l’ufficio sulla Fifth Avenue».
L’espansione ha portato anche nuovo personale: «Negli ultimi 18 mesi abbiamo aggiunto 220 nuove risorse nel business travel, di cui un centinaio proprio all’estero».
L’altro pilastro è quello legato al mondo retail: «Le agenzie di viaggi in Italia si sono ridotte nel numero di circa il 25%, ma hanno acquisito un valore più importante del passato per chi desidera vivere esperienze di viaggio qualificate, fin dal momento della programmazione».
«Per questo – spiega – abbiamo avviato una modernizzazione e ci siamo aperti alla digitalizzazione e all’ibrido anche con il nostro flagship store. Infine, cito il tour operating (Going, ndr), dove la parola nuova è stata incoming, con l’ambizione di portare turisti di qualità in Italia».
Ora lo sguardo è rivolto al 2025, non senza alcune perplessità che aleggiano nell’industria: «Ci portiamo dietro problemi non risolti, in primis naturalmente l’instabilità geopolitica, ma anche la questione finanziaria: da un lato la carenza di posti volo rispetto al pre pandemia, che riduce l’offerta e fa aumentare i prezzi, e in generale l’inflazione e la forbice che si allarga tra chi cerca il risparmio e la fascia alta. Assistiamo a un advanced booking anche a 150 giorni, poco usuale per il mercato italiano. Ecco ci sono ancora nodi da sciogliere, ma la domanda è forte», conclude il manager.