Bmt scalda i motori e lancia il Gran Tour del Sud
Conto alla rovescia per la ventitreesima edizione di Bmt – Borsa Mediterranea del Turismo – che si svolgerà a Napoli dal 22 al 24 marzo alla Mostra d’Oltremare. Quest’anno il focus è ancor di più sull’incoming con il lancio del Gran Tour del Sud, un progetto che ha come obiettivo quello di mettere in rete l’offerta da proporre all’estero.
La manifestazione organizzata da Progecta riproporrà il tradizionale schema con l’area espositiva riservata a tutte le realtà dell’industria turistica, dai tour operator alle agenzie di viaggi fino alle startup.
IL MEGA PROGETTO PER IL SUD. Il “Gran Tour del Sud” favorirà, invece, la costruzione di itinerari riservati al turismo straniero che, partendo dai capoluoghi e dalle principali città, conducano l’ospite attraverso più Regioni. Fra i protagonisti di Bmt, ampio spazio sarà dato a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019.
«Vogliamo dare un segnale all’Italia, invitare le regioni a fare rete per far crescere l’incoming turistico. Le idee giuste ci sono, bisogna trovare il sistema per tradurle in azione concrete – sottolinea Angelo de Negri, amministratore di Progecta e creatore della Bmt – Abbiamo l’ambizione di fare ancora di più con il Gran Tour del Sud, ossia l’idea di favorire l’integrazione fra i diversi prodotti locali per agevolare la creazione di percorsi interregionali che toccando le varie realtà del sud, possano contribuire alla crescita comune del movimento in entrata dall’estero». Il progetto, quindi, sarà illustrato al ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio, che è stato già invitato a visitare la manifestazione napoletana insieme a tutti gli assessori regionali al turismo.
ITALIA PROTAGONISTA. L’area Incoming, inoltre, sarà suddivisa in quattro aeree: Italia, Incentive & Congressi, Terme e benessere e Turismo sociale. Oltre le Regioni del Sud Italia, sono confermate le presenze di Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria e Toscana (rappresentata dalla Camera di Commercio di Pisa e dalle Strade del Vino). Debutto ufficiale, invece, per San Marino.
Ai tavoli dei workshop Incoming, la presenza della domanda estera sarà assicurata da circa 120 buyer di diverse provenienze (Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Russia, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Giappone, Cina, Brasile, Argentina, India ed Emirati Arabi).
A queste si aggiungono i buyers – che per le prima volta saranno a Napoli – in arrivo da Olanda, Israele e Svizzera. Per gli operatori stranieri è previsto anche un educational che seguirà la loro partecipazione alla borsa.
Il workshop Incentive e Congressi vedrà protagonisti 25 meeting planner organizzatori di eventi nazionali ed internazionali già in procinto di programma eventi per il 2019/2020 mentre il workshop Turismo associato e Cral ospiterà i rappresentanti di un mercato che muove grossi gruppi anche fuori stagione e quindi utili per la tanto auspicata destagionalizzazione dei flussi turistici.
IL TRAVEL IN FIERA. Tra i maggiori player dell’industria turistica che partecipano in fiera ci saranno Msc Crociere, Valtur, Nicolaus, Futura Vacanze, Kappa Viaggi, I Viaggi dell’Airone, Volonline, Naar, Alidays, Hertz, Skyteam e i parchi di divertimento Gardaland, Disneyland, Mirabilandia, Rainbow e Cinecittà World. Tra i grandi Gruppo e associazioni italiane confermano la partecipazione sia di Uvet che Astoi.
Riguardo le compagnie aeree, infine, flydubai sarà protagonista con la presentazione del nuovo volo da Napoli per gli Emirati, mentre United Airlines lancerà la rotta per New York e Turkish Airlines riproporrà il suo ampio network di collegamenti. Tra i Paesi esteri partecipanti ci saranno i tre giganti Egitto, India e Giappone: tre delle mete maggiormente preferite dagli italiani.
In conclusione, però, De Negri non risparmia qualche frecciata ad alcuni player del settore: «I marchi del turismo assenti da qualche anno in tutte le fiere sono quelli cannibalizzati da pochissimi soggetti che tenderanno ad ibernarli definitivamente come se si volesse accelerarne una prevedibile lenta moria. E’ difficile capirne i motivi ma il settore spesso ci ha abituati a cose inspiegabili.Un fatto positivo è che dalle costole di alcune di queste aziende destinate all’ibernazione definitiva, sono nate tante startup di valore che in tanti casi hanno anche contribuito a rafforzare quelle aziende di medie dimensioni che diventano sempre più appetibili per un mercato che guarda con sempre maggiore sfiducia ai colossi impersonali e senza padrone».