La più grande perdita nella storia dell’azienda. Circa 3 miliardi di dollari (2,94 miliardi di dollari, per la precisione) solo nel secondo trimestre dell’anno, sono il tributo che Boeing ha pagato alla crisi legata alla messa a terra dei 737 Max.
In particolare, secondo quanto si legge in una nota della società, il danno direttamente collegato al grounding degli aeromobili “responsabili” dei due disastri di Lion Air e di Ethiopian Airlines, è stato di circa 1 miliardo di dollari, a cui va aggiunto un crollo del 35% delle vendite complessive e il rallentamento del progetto legato al nuovo 777x, il cui debutto dovrebbe avvenire entro la fine del 2020.
Complessivamente, le perdite relative alla vicenda 737 Max hanno finora causato perdite pari a 4,9 miliardi di dollari.
Intanto, mentre sono sempre più fosche le nubi che avvolgono il futuro dei 737 Max – il boss di Boeing, Dennis Muilenburg, si dice convinto che i primi voli potrebbero avvenire in ottobre, dopo aver ricevuto il via libera da parte di Faa ed Easa, ndr – il colosso di Seattle starebbe addirittura pensando di sospendere temporaneamente la produzione dell’aeromobile. Un’ipotesi che farebbe ulteriormente peggiorare i conti della società, dopo che le ultime settimane hanno comunque visto un calo della produzione da 52 a 42 aeromobili al mese, con una flessione nelle consegne superiore al 90%.
Come si ricorderà, tra le compagnie maggiormente colpite dalla messa a terra di questa tipologia di aeromobili ci sono Ryanair, Norwegian e Tui Airways, oltre a vettori a stelle e strisce come American Airlines e Southwest.