by Redazione | 3 Aprile 2020 11:31
Un anno di crisi per Boeing, che – a distanza di 12 mesi dal disastro Ethiopian che ha messo a terra i 737 Max e mandato in crisi l’operatività del gigante di Seattle – ora deve affrontare l’emergenza coronavirus con gli ordini di aeromobili pronti alla sospensione e le linee di produzione al minimo.
Così il colosso dell’aviazione Usa ha annunciato l’avvio di un piano di uscite volontarie per i suoi 161mila dipendenti che hanno i requisiti e che vogliono lasciare la società. L’obiettivo è ridurre i costi e rimettere in sesto il Gruppo in vista di un rallentamento epocale della domanda di nuovi aeromobili.
La crisi emersa dopo i due disastri aerei che avevano coinvolto i 737 Max finora è costata a Boeing almeno 18 miliardi di dollari con le azioni Boeing che hanno perso quasi il 75% nell’ultimo anno. Non ancora quantificato, per il momento, il danno da emergenza coronavirus che potrebbe però surclassare quello da “737 Max”.
«Ci vorrà tempo per l’industria dell’aerospazio per riprendersi dalla crisi – ha detto l’amministratore delegato Dave Calhoun, in una lettera ai dipendenti riportata da La Repubblica – Quando il mondo emergerà dalla pandemia la dimensione del mercato commerciale e i tipi di prodotti e di servizi che i nostri clienti vorranno sarà probabilmente diversa. È importante che iniziamo ad adeguarci a questa nuova realtà ora». Calhoun ha poi specificato che «il piano di pensionamenti volontari consente ai dipendenti idonei, che desiderano lasciare l’azienda, di farlo con un pacchetto retributivo e previdenziale».
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