by Fabrizio Condò | 19 Settembre 2024 12:07
Liquidità a rischio, una perdita di 100 milioni al giorno e ritardi nelle consegne. Le conseguenze del maxi sciopero[1] mettono a rischio la stabilità finanziaria di Boeing, che risponde con toni forti: in un messaggio ai dipendenti il direttore finanziario, Brian West, ha annunciato che l’azienda ha deciso di congelare le assunzioni e si prepara a effettuare «tagli significativi alle spese di approvvigionamento, oltre all’introduzione di licenziamenti temporanei nelle prossime settimane».
La mobilitazione sine die di oltre 30.000 lavoratori[2] della produzione di 737 Max e 777, la prima dopo 16 anni[3], è scattata venerdì scorso dopo il no della base all’accordo sindacale, relativo a un aumento del 25% del salario. Sindacati e azienda sono tornati a sedersi al tavolo delle trattative, ma la situazione rischia di aggravarsi se non si troverà in fretta un’intesa.
Fitch, Moody’s e S&P Global Ratings, le tre maggiori agenzie di rating degli Stati Uniti, hanno già messo in guardia sull’impatto dello sciopero che, se prolungato, metterebbe a rischio non solo il rating creditizio della società, ma anche alcuni conti in declino, su cui hanno già cominciato a farsi sentire gli effetti della “crisi reputazionale” e degli incidenti di un 2024 da incubo[4], aperto dall’incidente occorso a un volo dell’Alaska Airline[5] e proseguito tra una disavventura e l’altra[6], che ha comportato il cambio del ceo, da Dave Cahloun[7] a Kelly Ortberg[8].
Inoltre, alcune compagnie, Ryanair in testa[9], alzano la voce e lamentano danni ingenti per lo stop alla produzione e al ritardo nelle consegne degli aeromobili da parte di Boeing, problema, quest’ultimo, che riguarda anche il rivale Airbus. Michael O’Leary[10] ha sottolineato che, qualora la cessazione delle attività dovesse protrarsi, potrebbe compromettere i piani di crescita della sua compagnia, fortemente dipendente da Boeing, in particolare dal 737. Ryanair, infatti, contava di ricevere 30 aerei entro l’estate del 2025, numero già sceso a 25 e che rischia di essere ulteriormente ridotto a 20.
E in un momento così delicato è la Cina a tendere una mano al colosso americano. China Development Bank Financial Leasing, attraverso la sua unità di leasing di aeromobili, ha dichiarato che acquisterà 50 modelli di 737-8 di Boeing. Non sono stati resi noti i dettagli finanziari dell’acquisto. La consegna è prevista tra il 2028 e il 2031.
Un accordo stipulato per “ottimizzare la struttura della flotta e aumentare la percentuale di aerei di nuova generazione”. È la seconda grande acquisizione recente di aerei da parte dell’azienda cinese, dopo l’annuncio della scorsa settimana di un ordine per 80 Airbus A320neo, con consegne previste a partire dal 2030.
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