Si aggrava ulteriormente la tensione tra Boeing e le agenzie governative. Giovedì, riporta la Reuters, il National Transportation Safety Board (Ntsb) ha accusato il colosso americano di aver violato le regole, fornendo ai media informazioni considerate riservate e speculando sulle possibili cause relative all’esplosione del portellone in volo del 737 Max del 5 gennaio scorso.
Boeing – che sta cercando di evitare le accuse penali valutate dal Dipartimento di giustizia prima della scadenza del 7 luglio – manterrà lo status di “parte in causa” nell’indagine, ma non avrà più accesso alle informazioni “non pubblicate” durante l’inchiesta e, a differenza delle altre parti in causa, non potrà rivolgere domande agli altri partecipanti all’udienza del 6-7 agosto.
In una lettera inviata all’amministratore delegato di Boeing Dave Calhoun, il direttore dell’Ufficio per la sicurezza aerea dell’Ntsb, Timothy LeBaron, ha parlato della presunta violazione dei protocolli da parte dell’azienda, avvenuta durante un briefing con i media sui miglioramenti della qualità presso la sua divisione di aeroplani commerciali, martedì nello Stato di Washington.
«Un dirigente – scrive LeBaron – ha rilasciato informazioni investigative non pubbliche, facendo speculazioni non fondate sulle possibili cause dell’esplosione del tappo del portellone, con 4 bulloni mancanti: azioni vietate dall’accordo di parte che Boeing ha firmato».
«Questa inosservanza dei regolamenti federali e delle regole che disciplinano le indagini dell’Ntsb non può essere tollerata», ha osservato ancora LeBaron, ricordando che il 13 marzo Boeing era già stata messa in guardia sull’argomento. Boeing si è trincerata dietro un “no comment” in merito alla lettera, facendo solo riferimento alle scuse rivolte in precedenza, dopo aver ricevuto l’avviso di sanzioni da parte dell’Ntsb per le osservazioni davanti ai giornalisti.
L’Ntsb, inoltre, riferirà circa la recente condotta di Boeing al Dipartimento di giustizia, che a maggio ha accusato l’azienda americana di aver violato un accordo del 2021 con i pubblici ministeri, che la metteva al riparo da accuse penali per le “interazioni” con la Federal Aviation Administration (Faa) prima degli incidenti dei Max del 2018 e del 2019, in cui sono morte 346 persone.
Ma Alaska non è l’unico tormento per Boeing, che da gennaio a oggi è incorsa in una lunga serie di disavventure. LeBaron, infatti, non ha digerito le dichiarazioni dell’ingegnere capo di Boeing, Howard McKenzie, durante una recente udienza al Senato degli Stati Uniti, a proposito del “Dutch roll” – un fenomeno causato da piccole oscillazioni di rollio che può comportare seri rischi per la sicurezza – di un 737 Max della Southwest Airlines, che il 25 maggio era in rotta da Phoenix, in Arizona, a Oakland, in California.
McKenzie ha spiegato che l’episodio «non ha nulla a che fare con la progettazione o la produzione», ma LeBaron ha ribattuto che l’Ntsb «non ha raggiunto alcuna conclusione in tal senso e i nostri investigatori non hanno ancora escluso problemi di progettazione o di produzione». Southwest non ha rilasciato alcun commento in proposito.