Crescita a lungo termine, ma stime al ribasso sul trasporto aereo nel breve periodo. L’analisi di Boeing sull’industria aeronautica dei prossimi 10 anni non lascia spazio a dubbi: la pandemia da coronavirus avrà un «impatto significativo» sul settore. Tanto che il colosso Usa stima una riduzione dell’11% della domanda e delle consegne di nuovi aerei commerciali fino al 2029, pari a 2.260 aerei in meno rispetto alle previsioni precedenti. Il calo, come è facile immaginare, colpirà soprattutto gli aerei più grandi, cosiddetti widebody, utilizzati per il lungo raggio.
L’annuale rapporto 2020 Boeing market outlook, che studia tutto il mercato cegli aeromobili e non solo quello dell’azienda Usa, stima che nei prossimi dieci anni (2020-2029) ci sarà una domanda per 18.350 nuovi aerei commerciali per un valore di 2.900 miliardi di dollari. Solo nel lungo periodo Boeing stima di recuperare con una domanda di 43.110 nuovi aerei commerciali nell’arco di 20 anni, dal 2020 al 2039 (sarebbero quindi 930 i velivoli in meno rispetto alle proiezioni dello scorso anno di 44.040 aeromobili).
E se i settori aerospaziali e difesa hanno retto bene l’impatto da coronavirus, la parte commerciale invece ha subito una frenata importante, anche se Boeing resta ottimista. «L’aviazione commerciale si trova ad affrontare sfide storiche quest’anno, che hanno un impatto significativo sulla domanda a breve e medio termine di aerei e servizi – ha affermato Darren Hulst, vicepresidente Commercial Marketing – Eppure la storia ha anche dimostrato che i viaggi aerei sono resilienti più e più volte. L’attuale disruption caratterizzerà le strategie della flotta a lungo nel futuro, con le compagnie aeree che si concentreranno sulla costruzione di flotte versatili, network e innovazioni del modello di business che offrono la massima capacità e la massima efficienza al rischio più basso per una crescita sostenibile».
Il rapporto del colosso di Seattle prevede, in sostanza, un mercato totale del valore di 8.500 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, comprendendo anche i prodotti per la difesa e spazio e i servizi. “Questa stima è inferiore di 200 miliardi a quella di 8.700 miliardi fatta un anno fa a causa della pandemia Covid-19”, sottolinea Boeing.
Per tornare alla domanda dello scorso anno, quindi, dovranno passare alcuni anni. Boeing, infatti, ha analizzato anche il Commercial market outlook, una proiezione a 20 anni solo per il trasporto passeggeri e merci. Quest’anno, secondo l’azienda Usa, i passeggeri totali per km trasportati nel mondo saranno al livello del 2004, un salto all’indietro di 16 anni, mentre si prevede che nei prossimi 20 anni la crescita del traffico passeggeri aumenterà in media del 4% all’anno. Durante questo periodo sarà ancora l’Asia ad espandere la sua quota, passando dal 30 al 40% della flotta mondiale.
Proprio sulle flotte, quindi, si gioca la partita di un nuovo cambio di paradigma, perché per Boeing il mercato widebody, aerei a doppio corridoio, subiranno un calo importante a causa di “una ripresa più lenta nei mercati a lungo raggio, tipica dopo gli shock dei viaggi aerei, nonché dalle incertezze dell’impatto del Covid-19 sui viaggi internazionali”. A beneficiarne saranno gli aerei a corridoio singolo “come il 737 Max” (nonostante si attenda ancora l’ok delle autorità di volo internazionale sui nuovi aggiornamenti, ndr) che “continueranno a essere il più grande segmento di mercato, con gli operatori che si prevede avranno bisogno di 32.270 nuovi aeroplani nei prossimi 20 anni. La domanda di aerei a corridoio singolo si riprenderà prima per via del loro ruolo chiave nelle rotte a corto raggio e nei mercati nazionali, nonché per la preferenza dei passeggeri per il servizio punto a punto”, conclude il rapporto Boeing.