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Bollino di qualità per le adv: adesso tocca al Mitur

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La nuova frontiera tracciata da VeriVacation è ancora poco conosciuta tra gli addetti ai lavori della filiera italiana, eppure questa iniziativa lanciata dall’American Society of Travel Advisors (Asta) ha nobili finalità: proteggere i viaggiatori dalle truffe nel settore turistico e rendere il rapporto con l’intermediazione ad alta trasparenza, nel reciproco interesse.

Negli Usa, dove il 98% delle agenzie di viaggi è costituito da piccole imprese di proprietà e dove nel 2023 sono transitate prenotazioni per un valore lordo di oltre 115 miliardi di dollari, si capisce bene perché l’associazione di categoria abbia studiato uno strumento di certificazione che dia massime garanzie in termini di servizi, etica e pricing. La campagna pubblicitaria lanciata negli States, tra cui un costoso spot trasmesso durante il Super Bowl, ha fatto subito capire che VeriVacation vuole e può fare la differenza: uno strumento – come si legge anche nella homepage del sito – che connette professionisti di primo livello in grado di “soddisfare alti standard riguardo alle esperienze di viaggio”. Un battage avviato proprio nel momento storico in cui il fai-da-te mostra tutti i suoi limiti e c’è la tendenza ad acquistare esperienze turistiche uniche e senza intoppi.

In una recente nota stampa Zane Kerby, presidente e ceo di Asta, ha spiegato: «Le barriere per entrare nel nostro settore sono state troppo basse per troppo tempo, ma le cose stanno cambiando. Stiamo alzando l’asticella e questo strumento farà scuola».

Di certo è il rilancio in grande stile del Vta, il Verified Travel Advisor, ovvero il consulente di viaggio qualificato che gestisce seriamente e in prima persona ogni aspetto del viaggio leisure o d’affari, dalla pianificazione al feedback di ritorno. Le garanzie? I Vta sono tenuti a seguire corsi di formazione ogni due anni per mantenere il loro status nel VeriVacation. E per suffragare l’importanza anche strategica di questa operazione, Asta ha reso note le previsioni elaborate da Phocuswright sulle vendite di viaggi attraverso le tradizionali agenzie che nel 2026 rappresenteranno il 26% sul totale con un giro d’affari che dovrebbe attestarsi sui 142 miliardi di dollari; ed entro il 2032 la quota-mercato delle adv crescerà al 32% in termini di prenotazioni annue. Più di un terzo del mercato globale dei viaggi sarà saldamente nelle mani delle agenzie, con un crescente primato, quindi, per i Verified Travel Advisor.

C’è poi la supervisione garantita da Asta che in caso di reclamo da parte di un consumer nei confronti di un membro di VeriVacation mette a disposizione un team di esperti per supportare e assistere al meglio il cliente. Il sito VeriVacation ospita uno spazio nel quale si possono perimetrare le proprie esigenze e orientare ricerca e selezione dei consulenti.

COSA ACCADE IN ITALIA (MA NON SOLO)

Anche da quest’altra parte dell’oceano ci sono esempi simili: nel Regno Unito opera il programma Atol (Air Travel Organizers Licensing), una certificazione che fornisce garanzie finanziarie quando viene finalizzata la prenotazione per un pacchetto di viaggio con un operatore che aderisce al programma. Di fatto l’associato Atol paga una quota per ogni viaggiatore-cliente che viene trattenuta in un apposito fondo. In Francia, il ministero del Turismo ha istituito il marchio Qualité Tourisme per riconoscere le imprese turistiche, comprese le agenzie di viaggi, che si impegnano a offrire servizi di alta qualità ai viaggiatori.

Ma in Europa, al di là del fondo di garanzia, esistono altre iniziative mirate? Eric Dresin, segretario gene- rale di Ectaa, ha commentato: «In Europa operazioni come VeriVacation non sono ancora con template dalle associazioni che però ribadiscono costantemente l’importanza di affidarsi a una consulenza professionale certificata dall’iscrizione a una delle sigle professionali. Ma questo anche perché esistono già delle regole Ue».

In effetti, in Germania le agenzie che vogliono attestare e pubblicizzare l’eccellenza dei loro servizi, si affidano a certificazioni di qualità stabilite dalla Ue come ad esempio la Uni En 14804, la norma europea che specifica i requisiti per i fornitori di viaggi studio, e definisce i livelli minimi di qualità per servizi come l’insegnamento delle lingue all’estero, l’alloggio, le attività ricreative.

In Italia, ad oggi, esiste la piattaforma di Astoi Confindustria Viaggi, la Adv Overview lanciata nel 2022, che di fatto è un eccellente canale privato utilizzato dai tour operator associati per avere riscontri nelle loro interazioni con la rete agenziale nazionale. La strada da tracciare (e in parte già segnata) deve però essere statale con la predisposizione di un “hub pubblico” che assicuri un rapporto di taglio B2C in grado di orientare la clientela. Non a caso da tempo si sollecita il ministero del Turismo a riformare Infotrav, nata come banca-dati per fornire informazioni sulle agenzie di viaggi, ma mai implementata, al punto che molti operatori hanno chiesto di sostituirla con una nuova piattaforma che ospiti un database pubblico delle agenzie, magari applicando un codice Cin, simile a quello introdotto per gli affitti brevi, e una guida interattiva per orientare il consumer verso servizi e prodotti in linea con le sue ri- chieste. Ma siamo all’anno zero e la strada da percorrere è ancora lunga.

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