Chiede lo stato di crisi del turismo e avanza una proposta per l’estate che metta in sicurezza le strutture alberghiere: il bonus tampone. Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, vuole anche che si esca dall’equivoco degli alberghi, mai chiusi per decreto ma che di fatto non hanno potuto operare.
«Vorrei che il presidente Draghi e il ministro del Turismo dichiarassero lo stato di crisi del turismo – dice Debellini in una lunga intervista ad Adnkronos – È necessario per superare quello che è un gravissimo equivoco. In teoria gli alberghi non sono mai stati chiusi per decreto, ma di fatto non hanno mai potuto lavorare per la pandemia. Sembra quasi che sia stata una nostra scelta non lavorare e invece non è stato possibile farlo. E quindi bisogna dichiarare lo stato di crisi, per potere accedere a tutti quegli elementi importanti di finanziamento e di sostegno propri di uno stato di crisi». Oltre allo stato di crisi, il presidente di Th Resorts sollecita lo Stato italiano a recepire le indicazioni fornite dall’Europa in materia aiuti di Stato e vari contributi a supporto del comparto.
Il presidente di Th Resorts lancia anche una proposta per l’estate: un bonus tampone per rendere sicure le vacanze negli alberghi italiani.
«Credo che bisogna aggiungere al bonus vacanze il bonus tampone – propone – Per il bonus vacanze sono stati stanziati 2 miliardi e 800 milioni di euro, ne sono stati consumati un terzo. Vuol dire che questo strumento non si è rivelato chiave. Quindi teniamo il bonus vacanze, ma aggiungiamo il bonus tampone e lo Stato permetta di usare quella cifra che già c’è, che non è stata usata, in modo da permettere, a tutti gli albergatori che lo vogliono, di organizzare, al momento dell’accoglienza nella struttura, 10 minuti per un tampone che non ha una sicurezza al 100%, ma che con quelli di ultima generazione ci si avvicina».
In attesa di un’accelerata sui vaccini e dell’immunità di gregge, gli alberghi hanno investito in questi mesi in misure di sicurezza e il tampone diventa il valore aggiunto per tornare ad andare in vacanza. «Quello che può dare sicurezza è, all’arrivo nelle strutture, fare un tampone di terza generazione: quindi per clienti e personale, ogni settimana, un tampone per creare una situazione di sicurezza che si avvicini più possibile a quel clima di vacanza e di festa che è quello che la gente attende».
Nell’intervista, Debellini torna anche sulla decisione presa a gennaio di non aprire le strutture sulla neve in inverno, arrivata prima dell’ordinanza del ministro della Salute che ha tenuto chiusi gli impianti.
«È stata una valutazione industriale, culturale e anche umana. C’è poco da fare: non possiamo nasconderci dietro gli impianti e l’aria aperta quando poi sappiamo che la montagna è anche un bellissimo momento di intimità e di vita insieme, che però in questo momento è un pericolo per via del coronavirus. È stato un sacrificio enorme per noi non aprire le strutture. Per noi aprire voleva dire oltre 2mila persone al lavoro, oltre 40 milioni di fatturato. Ma in questo momento abbiamo detto: ci auguriamo che il vaccino sia effettivamente la strada attraverso cui si risolvono le cose. E quindi aspettiamolo e facciamo in modo che non avvengano ulteriori guai».
Sguardo al futuro adesso, con le tre strutture che Th Resorts ha comunque aggiunto alla propria offerta, nonostante il periodo difficile, e grande fiducia nel nuovo governo che promette una riforma del turismo che parta da digitalizzazione e capacità manageriale.