L’amministratore delegato di Booking.com, Glenn Fogel, si schiera contro l’Unione Europea. «È scioccante che le autorità di regolamentazione stiano prendendo in considerazione criteri che renderebbero le grandi Ota soggette a normative più severe, che inevitabilmente aiuterebbero i nostri competitor a prosperare», ha detto al Financial Times l’ad della corporation olandese.
«Siamo uno dei pochissimi successi tecnologici in Europa», ha aggiunto facendo riferimento al fatto che Bruxelles sta preparando una legislazione per frenare il predominio sul mercato del vecchio continente delle grandi aziende tecnologiche.
Regole più onerose, ha proseguito il manager, «ostacolerebbero la nostra azienda, che ha un fatturato globale di 15 miliardi di dollari, e potenzialmente avvantaggerebbero rivali come Expedia con sede negli Stati Uniti e la cinese Ctrip. Le aziende europee soffriranno», è la sua conclusione.
Secondo i rumors riportati dal quotidiano britannico, nelle intenzione dell’Unione europea non finirebbero nel mirino singole entità. Piuttosto, sarebbero allo studio misure in grado di “colpire fino a 20 giganti della tecnologia”. Tra questi, ci sarebbe anche Booking.com, che insieme a Google e Amazon, verrebbe messo sotto esame come “gatekeeper” del mercato.
Diverso il parere di Fogel, secondo cui la prospettiva che Booking.com venga etichettata come gatekeeper è “folle”. «Solo il 13% dei ricavi degli hotel in Europa proviene dal sito. Ciò significa che l’87% delle transazioni viene effettuato altrove», ha concluso.