Botswana di lusso con I Viaggi di Maurizio Levi
Una geografia affascinante ma complessa, approvvigionamenti dall’estero, volutamente poche strutture in aree remote e un governo che scelto un turismo di lusso, mantenendo per esempio alti i prezzi di parchi e concessioni. Sono tanti i motivi che fanno del Botswana una meta ancora di nicchia, per appassionati d’Africa e big spender, ma disposti a soggiornare anche senza le classiche “quattro mura” in campi tendati (ovviamente sempre di alto livello).
A spiegarlo sono stati Maurizio Levi, titolare dell’omonimo tour operator, e Attilia Bossi, rappresentante del Botswana Tourism Organisation, in una serata di presentazione della destinazione al pubblico.
Dalla riserva di Moremi al Delta dell’Okavango, dal Parco di Chobe alla Central Kalahari Game Reserve, senza dimenticare il passaggio alle Victoria Falls, distanti meno di 70 km dal confine (e uno dei due hub dall’Europa, insieme a Johannesburg, prima di fare ingresso nel Paese), la natura – spesso primordiale – è protagonista e sfaccettata, come ovviamente i Big Five, e non a caso il Paese è stato definito il santuario della fauna selvatica.
In Italia lo propongono una trentina di operatori, «ma soprattutto come richieste di individuali, mentre sono solo quattro o cinque quelli che prendono impegni per i gruppi», spiega Levi.
DUE ITINERARI IN PROGRAMMA. Si tratta di una destinazione che ha subito poche evoluzioni negli ultimi dieci anni, «senza grossi cali né aumenti, e rimane una meta di nicchia, per budget alti e per appassionati», commenta ancora Levi, che ha fatto la sua prima conoscenza con il Paese intorno agli anni 1988-89 e ne ha visto il “vero” debutto turistico una decina di anni dopo.
Gli spostamenti si fanno su vetture da safari aperte o piccoli aerei, si soggiorna in lodge o campi tendati di comfort pre-allestiti dallo staff.
Attualmente la programmazione conta su due itinerari, uno di gruppo con accompagnatore dall’Italia e un individuale, clientela che deve fare i conti con i mercati che in Botswana fanno decisamente più massa critica del nostro, britannici e americani: «Mentre le partenze dei gruppi sono bloccate già un anno prima, chi vuole viaggiare da solo deve prenotare per tempo, se non lo fa già a gennaio per agosto, ad esempio, rischia di non trovare più disponibilità perché gli altri prenotano molto in anticipo», chiude Levi.
DIALOGO CON GLI OPERATORI DALLA “CLIENTELA GIUSTA”. L’evento in casa Maurizio Levi non è l’unico in programma per l’Ente del turismo del Botswana in Italia: «Abbiamo in previsione nuovi incontri o webinar in collaborazione con i tour operator – spiega Attilia Bossi – La nostra strategia è quella di parlare con gli operatori che abbiano la clientela giusta, per essere in grado di attrarre i viaggiatori con le caratteristiche necessarie per un’esperienza di questo tipo».
Ma l’interesse per il nostro mercato c’è, tanto che all’inizio di marzo sarà proprio l’Italia a ospitare l’edizione europea di Btte, ovvero Botswana Travel & Tourism Expo, la fiera in cui i player del turismo locali incontrano la travel industry del Vecchio Continente. Dopo Copenaghen quest’anno, nel 2019 sarà la volta di Milano, e una trentina di espositori dal Botswana incontreranno una selezione di tour operator europei, inclusi gli italiani.