by Redazione | 28 Gennaio 2019 13:45
La Brexit, ma soprattutto il no deal, fanno paura alle aziende. A preoccupare gli imprenditori che operano in Gran Bretagna non è solo il divorzio con l’Unione europea, ma anche e in particolar modo le sue modalità. E tra i principali interessati spicca Airbus, che ha sede principale a Tolosa, in Francia, ma dispone di molte strutture ingegneristiche e di produzione nel Regno Unito.
Nel novembre scorso – si legge su businessindsider.com – un report del governo sottolineava già che con un piano Brexit simile a quello negoziato dalla premier Theresa May, l’economia del Paese sarebbe stata del 3,9% più piccola; con un ritiro senza accordo, invece, la Gran Bretagna avrebbe perso il 9,3% del suo Pil nei prossimi 15 anni. E dopo la disfatta di May alla Camera dei Comuni, che non ha approvato l’accordo negoziato con Bruxelles, il no deal (uscita dall’Ue senza un accordo certo) diventa sempre più possibile.
Il produttore di aeromobili conta 14mila impiegati solo in Uk ed è responsabile di oltre 110mila posti di lavoro lungo la sua catena di distribuzione. «Non date ascolto alla pazzia dei Brexiteer secondo cui Airbus non si trasferirà perché abbiamo tanti impianti nel Paese», ha detto il ceo dell’azienda francese Tom Enders, avvertendo che «ci sono così tanti Stati lì fuori pronti a costruire le ali dei velivoli di Airbus».
Un messaggio, questo, recepito dall’esecutivo britannico, che ha mandato una delegazione al meeting annuale del World Economic Forum di Davos per rassicurare leader politici e investitori sul dopo Brexit. «La Gran Bretagna è un gran posto dove fare business. E noi siamo determinati a far sì che rimanga tale, anche dopo aver lasciato l’Unione europea», ha dichiarato Philip Hammond, cancelliere dello Scacchiere.
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