by Redazione | 16 Gennaio 2019 10:50
Il Parlamento inglese ha bocciato l’accordo su Brexit che il premier Theresa May aveva raggiunto con i leader europei. A poco più di due mesi dall’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione europea (29 marzo) si materializza lo spettro di un no deal e Bruxelles si affretta a chiedere misure ai 27 Stati membri che rimarranno nell’Ue per fronteggiare un eventuale caos nei trasporti aerei. Al centro del dibattito, infatti, c’è il rispetto dei regolamenti di proprietà e controllo delle compagnie aeree autorizzate a operare nello spazio europeo.
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PRESSING DELL’UE. In una lettera ai Paesi membri, infatti, la commissaria per i Trasporti, Violeta Bulc, ha avvertito come “non tutti i governi hanno specificato nel dettaglio quelli che sono i loro piani riguardo ai vettori e al soddisfacimento dei requisiti di proprietà in tutti i possibili scenari di Brexit”. Bulc – che già il 27 luglio scorso aveva inoltrato il suo sollecito – chiede ai ministri competenti in materia, quindi, di spiegare in che modo le compagnie aeree interessate saranno conformi ai regolamenti europei dal 30 marzo 2019.
L’Ue stabilisce che i vettori devono essere controllati almeno per il 50% da investitori appartenenti all’Unione; questo per far sì che possano volare liberamente in tutto il loro spazio aereo, senza dover ridiscutere gli accordi nel post Brexit.
CASI IAG, EASYJET E RYANAIR. Alcuni Gruppi come Iag – che controlla British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus – rientrano tra quelli che ancora non hanno fornito dettagli su come intendono soddisfare quanto richiesto dall’Unione europea dopo Brexit. Ma Iag stessa avrebbe assicurato di mettersi in regola quanto prima.
Nel caso di Iberia, per esempio, sia il governo di Pedro Sanchez che i vertici della compagnia si sono già affrettati ad annunciare che il vettore è formalmente spagnolo. I primi hanno sostenuto come Iberia abbia una licenza operativa nel Paese iberico, i secondi hanno anche sottolineato l’importanza delle quote del Gruppo El Corte Inglés nell’azionariato del vettore spagnolo dai tempi della fusione con Iag. Il 50,01% di Iberia, infatti, sarebbe di proprietà di Garanair, a sua volta controllato al 100% dallo storico marchio di retail.
Invece, Ryanair e easyJet hanno assicurato l’eliminazione dei diritti di voto di azionisti che non appartengono all’Ue, se necessario. Inoltre, i due vettori hanno richiesto licenze operative aggiuntive per poter operare su tutti i collegamenti. Nel caso di Ryanair nel Regno Unito, in quello di easyJet in Austria.
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