British abbandona il progetto low cost e lascia Gatwick
Indietro tutta. Il sindacato dei piloti si è fermamente opposto alla paventata nascita di una low cost in seno a British Airways, che avrebbe dovuto operare sull’aeroporto di Gatwick per contrastare la concorrenza di easyJet e Ryanair sulla capitale londinese.
Non solo il progetto (voli operati con Airbus 319 y 320) è abortito a solo un mese dalla sua proposta, ma British ha perfino comunicato che cesserà le operazioni a corto-medio raggio da Gatwick (operativi che gli analisti segnalano come in perdita costante, ndr) lasciando solo uno sparuto numero di voli a lungo raggio. Già durante la pandemia, inoltre, la compagnia aerea aveva raggruppato le sue operazioni sullo scalo (sempre londinese) di Heathrow per ridurre i costi complessivi.
La compagnia aerea del Gruppo Iag, infatti, dopo il fallimento delle trattative con i piloti ha annunciato la decisione di non creare più la controllata low cost: “siamo spiacenti di annunciare che stiamo sospendendo i voli a corto raggio da Gatwick, con poche eccezioni all’interno della Gran Bretagna, per collegare i voli a lungo raggio”, ha affermato una portavoce della compagnia.
Il direttore delle operazioni di British – in una mail indirizzata allo staff e ripresa dal giornale spagnolo Preferente – ha segnalato che che le condizioni offerte al sindacato dei piloti (Balpa) erano «le migliori che si potessero offrire per rendere competitiva una compagnia aerea, ma questo si è opposto».
Ora è probabile che la scelta del vettore guidato dal ceo Sean Doyle sarà quella di operare nuovi tagli al personale giustificandolo con lo stop alle operazioni. Sull’eredità di British sullo scalo di Gatwick, infine, potrebbe fiondarsi Wizz Air (che ha progetti di espansione sia su Luton sia sul mercato inglese in generale); mentre sembra improbabile un investimento di easyJet che è ancora alla ricerca di una stabilità operativa e finanziaria messa a dura prova dalla pandemia.