British, l’attacco hacker può costare oltre un miliardo di euro di multa
Una multa che potrebbe arrivare a 920 milioni di sterline, oltre un miliardo di euro. A tanto potrebbe ammontare l’ammenda che le autorità europee potrebbero comminare a British Airways per aver subito nelle scorse settimane un attacco hacker durato quindici giorni. Hackeraggio che ha portato al furto di dati sensibili di 380mila clienti della compagnia inglese che avevano registrato sul sito e sull’app del vettore la propria carta di credito.
Il motivo di una simile sanzione è presto detto: prima dell’entrata in vigore del Gdpr, le autorità britanniche competenti in materia potevano, al massimo, pretendere il pagamento di una cifra non superiore a 500mila pound. Adesso, i numeri sono del tutto diversi, tanto che secondo la normativa sulla privacy efficace dallo scorso maggio, la multa potrebbe arrivare fino al 4% dei ricavi globali di Iag (il fatturato del 2017 dell’azienda aveva sfiorato i 23 miliardi di sterline).
Sempre, naturalmente, che sia dimostrata l’inadempienza di British Airways nel trattare nel modo dovuto la vicenda, visto che le disposizioni europee prevedono che le aziende siano tenute a prendere tutte le precauzioni tecniche necessarie per fare in modo che i dati sensibili dei clienti siano al sicuro.
Insomma, se il caso British promette di diventare il primo vero banco di prova delle nuove regole Ue in materia di protezione dei dati, adesso l’onere di provare la propria innocenza spetta alla compagnia inglese. «Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto – ha detto a caldo il chairman e ceo della compagnia Alex Cruz – Gli hacker non possono decifrare le parole d’acceso al nostro sistema, ma non mi so spiegare esattamente come abbiano fatto a entrarvi».
In compenso, ha proseguito Cruz, «Siamo impegnati al 100% per aiutare i nostri clienti che sono stati danneggiati, per rimborsarli di ogni perdita finanziaria subita».