Bufera su Di Maio per l’attacco ad Atlantia
Una bordata lanciata alle 17.15, con la seduta di Piazza Affari ancora aperta. Luigi Di Maio ha tuonato contro Atlantia – la holding del Gruppo Benetton che controlla Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma e che sarebbe in lizza per entrare nella nuova Alitalia – sbandierando la minaccia della revoca delle concessioni autostradali.
«Sulla questione di Atlantia, se abbiamo detto a Genova che revocavamo le concessioni autostradali, il giorno in cui, come governo, in maniera coerente lo faremo, quell’azienda, Benetton, avrà delle difficoltà, perderà valore in borsa. Se li mettiamo dentro Alitalia, faranno perdere valore anche ad Alitalia, faranno precipitare agli aerei», ha detto Di Maio nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta.
Dichiarazioni che hanno avuto enorme risonanza scatenando le ira di Atlantia che ha prontamente risposto minacciando azioni legali. “Le dichiarazioni del vicepremier Di Maio turbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo sulla concessione che il ministro Toninelli ha affermato di essere ancora in corso, e determinano gravi danni reputazionali”, ha sottolineato la nota stampa del Gruppo Atlantia, che si riserva “di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders».
Molti analisti, inoltri, fanno notare come le dichiarazioni di Di Maio siano un autentico autogol. Annunciare come “decotta” una società che conta 11 miliardi di fatturato, 818 milioni di utile, 31mila dipendenti, è considerata dai grandi gruppi industriali italiani e stranieri una mossa ostile e disincentivante rispetto a qualsiasi investimento in essere o futuro. Anche perché il Gruppo Atlantia vede i Benetton partecipare “solo” con il 30% delle azioni, mentre circa il 45% delle quote e in mano a piccoli risparmiatori italiani.
Bufera, quindi, sulle dichiarazioni di Di Maio, che guarda caso, arrivano il giorno prima dell’abbattimento di ciò che resta del Ponte Morandi, il cui crollo lo scorso agosto ha dato via alla guerra tra il gruppo dei Benetton e il Movimento 5 Stelle, e poche ore dopo l’annuncio che l’aeroporto di Fiumicino è stato premiato come miglior scalo europeo per i servizi.
Il viceministro pentastellato è stato criticato sia dal suo partner governativo, Matteo Salvini (forte sostenitore dell’ingresso di Atlantia in Alitalia, ndr), sia dai sindacati e perfino dalla Consob. L’organismo di vigilanza delle società quotate a Piazza Affari, infatti, ha acceso un faro sulle dichiarazioni di Di Maio, visto che il gruppo è quotato in Borsa e le sue parole pronunciate a mercati aperti hanno avuto inedita ripercussioni sul titolo.
Durissime, infine, anche la note dei sindacati “Le dichiarazioni del ministro Di Maio su Atlantia sono allarmanti – rimarca Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti nazionali – Ci interessa la sorte dei circa 11.000 lavoratori del gruppo e delle loro famiglie che, nel caso di un repentino tracollo di Atlantia, pagherebbero un prezzo altissimo senza avere alcuna colpa. Al ministero dello Sviluppo attualmente sono aperti 138 tavoli di crisi: sarebbe molto grave aggiungere Atlantia come 139esima. Ora ci aspettiamo che responsabilmente il governo ritiri quanto dichiarato, per ristabilire tranquillità ai mercati e stabilità ad Atlantia, e lasci ai magistrati il compito innanzitutto di accertare e poi punire i responsabili della tragedia del Ponte Morandi”.
Sembra, quindi, chiudersi così qualsiasi prospettiva di vedere Atlantia entrare nella newco Alitalia con il Tesoro e Ferrovie dello Stato che devono continuare a trovare la soluzione al rebus dei partner industriali. Il tempo stringe, però, è la deadline del 15 luglio è sempre più vicina, mentre le “candidature” di Lotito e Toto non sembrano rassicurare i commissari straordinari, il ministro Tria e nemmeno gli americani di Delta Air Lines.