La messa in liquidazione di Thomas Cook è «per noi una pessima notizia». A parlare è Gabriele Burgio, presidente di Alpitour Group, secondo cui il crac del colosso britannico avrà un effetto domino sull’intero settore: «Il sistema, cioè banche e hotel, penserà che questi business sono rischiosi. Già da settembre scorso si poteva intravedere questo epilogo, ma nessuno ha fatto qualcosa per evitarlo. Sarà interessante, ora, vedere cosa farà Tui».
Il fenomeno Thomas Cook, così come la sua crisi, sono stati sotto la lente di Alpitour, che lo ha studiato internamente. Cosa ha portato al disastro secondo Burgio? «Diversi i fattori negativi legati al management e al prodotto – afferma il presidente – Da un lato la Spagna ha aumentato molto i prezzi, dall’altro è diminuita la sterlina e questo ha messo in difficoltà la domanda. Poi c’è stato il fallimento di Monarch che ha provocato una contrazione dei collegamenti aerei. E ancora le vendite web che hanno preso quote di mercato crescente, al di sopra di ogni previsione».
Burgio ha anche definito Condor «la spina nel fianco» di Thomas Cook e ha addotto parte dei guai al potpourri di azionisti, banche e obbligazionisti che compongono la propritetà del Gruppo.