Burnout in azienda. No, grazie. La ricetta di Boscolo Tours
Il tema del “burnout” trattato da L’Agenzia di Viaggi Magazine lo scorso 5 febbraio, per lo “Speciale Bit”, resta tra gli hot topic del momento, e abbiamo avuto l’opportunità di riparlarne in occasione del viaggio in Giordania al quale siamo stati invitati da Boscolo Tours.
Il capitolo burnout lo abbiamo affrontato con Salvatore Sicuso, responsabile commerciale di Boscolo Tours, intervistato durante la nostra permanenza in Giordania (il reportage avrà spazio sulla prossima edizione del nostro magazine cartaceo e andrà anche online).
Il work life balance è oggi una priorità per la gestione delle risorse umane nelle aziende. Infatti, nel post Covid abbiamo assistito a una grande crisi in tal senso…
«La prima difficoltà che si è presentata è stata quella di riuscire a evolvere il processo di selezione del personale. Nel mondo del turismo c’è un’importante richiesta e tutti, compreso Boscolo, ci siamo dovuti adeguare e aggiornare le modalità di gestione delle risorse. Noi abbiamo cambiato il metodo di recruiting anche in base al fatto che c’è bisogno di una pianificazione a più lungo termine, per garantire un’adeguata formazione. Inoltre, se prima formare voleva dire trasferire contenuti, oggi si aggiunge la richiesta delle stesse risorse di lavorare in un ambiente sano, allineato alle loro aspettative e con un processo di crescita professionale che deve avere una grande progettualità. L’azienda ha il compito di fornire alle proprie risorse questa progettualità in maniera strutturata. Ormai tutti, sia le risorse senior dal punto di vista professionale o anagrafico, così come i millennial e la generazione Z, hanno un approccio di questo tipo. Anzi, loro più che mai mettono il work life balance davanti a tutto».
Come avete strutturato, quindi, il processo formativo?
«In Boscolo abbiamo strutturato un processo formativo dedicato per ogni ruolo all’interno dell’azienda in cui, oltre ai contenuti, è importante anche la valutazione e la “quality” dedicata alle risorse. Per questo, tutti hanno tre livelli di obiettivi: uno legato al risultato dell’azienda, uno al risultato economico del proprio reparto e uno qualitativo, che non è una cosa banale. Sul proprio team ogni manager, oltre ad avere l’obiettivo di portare a casa risultati quantitativi, ha il compito di verificare la qualità e lo stato delle singole risorse. Organizziamo quindi dei meeting one2one motivazionali e di verifica con i vari manager e ciascuna delle risorse ha l’obbligo di partecipare. Il contenuto dei meeting viene inserito in report qualitativi di continua verifica. Inoltre, i manager devono evidenziare i gap che potrebbero avere le singole le persone e colmarli. In Boscolo, la grande novità è che si fa anche un lavoro individuale per dare dei feedback costruttivi alle nostre risorse».
Perché un viaggio in Giordania?
«Come direttore commerciale ho deciso di portare tutto il team in questo viaggio oltre che per obiettivi legati alla destinazione, anche per lavorare con la squadra e portare avanti un’attività di team building: in un gruppo di lavoro così composto, molto variegato, si costruisce la coesione, condividendo contenuti e personalità. Quello che ci dà grande soddisfazione è che stiamo imparando a valorizzare la ricchezza di ciascuno, rendendo il team estremamente forte».
Questo crea grande motivazione…
«Esatto. Questa modalità di gestione dei gruppi di lavoro, in particolare quando si tratta di forza vendita, rende le singole risorse estremamente motivate, che è ciò di cui oggi hanno bisogno le aziende. Tutto il processo che abbiamo descritto acquisisce la sua massima espressione quando si fa un’attività di team building come questa, dove la condivisione è molto forte, dove si convive per qualche giorno e dove si alternano momenti di formazione seri e formali a momenti ludici e spensierati».