Business delle ancillary:
le major incalzano i low cost

by Redazione | 30 Luglio 2019 7:00

Più di 35 miliardi di dollari solo nel 2018, ben 16 volte in più rispetto al 2001. È il valore delle ancillary nel trasporto aereo mondiale. Ma il dato più rilevante è che tra le 10 compagnie aeree che a livello mondiale nel 2018 hanno tratto i maggiori ricavi dai cosiddetti servizi accessori (bagalio, priority, cibo e servizi a bordo, ndr), ci sono sempre più vettori di tipo tradizionale, anche se le low cost continuano a guidare la speciale classifica stilata come ogni anno da IdeaWorksCompany e Car Trawler.

Così, se ai primo quattro posti del ranking, figurano come gli scorsi anni vettori a basso costo come Spirit (50,94 dollari il ricavo per passeggero), Allegiant, Frontier e Jet2.com, prima delle europee con 43,91 dollari di ricavo per passeggero derivante da vendite ancillari. Nelle posizioni seguenti, però, non mancano esempi di major come Qantas Airways (41,15 dollari), United (36,64 dollari), American Airlines (35,56) e Virgin Australia (34,74), prima di tornare a no frills come AirAsia X e, da ultimo, Hawaiian.

«Ormai i viaggiatori vogliono scegliere ogni singolo aspetto del loro viaggio, e hanno bisogno di un negozio dove comprare servizi che li conducano from door to door», ha detto Aileen McCormack, chief commercial officer di Car Trawler.

Per questo motivo, conclude la ricerca, è indispensabile che le compagnie aeree siano in grado di vendere ai propri clienti anche il cosiddetto “ultimo miglio”.

«La mobilità è la parte più importante nel marketplace del travel, i vettori devono trarre vantaggio dal fatto di essere in cima alla catena del valore di questa filiera per non lasciare questa posizione ai competitor», ha concluso la manager.

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