Business travel: sharing sì, ma come si paga?
Un giro d’affari che, nel mondo, è arrivato a circa 30 miliardi di euro. E con la prospettiva di arrivare nel 2025 a un valore di 570 miliardi di euro di transazioni, di cui circa 25 solo in Italia. Stiamo parlando della sharing economy, le cui implicazioni con il business travel sono state discusse da addetti ai lavori ed esperti del settore nel corso di Univ’AirPlus 2017, l’appuntamento annuale organizzato da AirPlus sui principali temi d’attualità del settore dei viaggi d’affari.
«I viaggiatori d’affari stanno cambiando e da anni assistiamo alla disruption di tutti i modelli di business a noi familiari – ha detto Diane Laschet, ad di AirPlus Italia – Il fenomeno della consumerizzazione ha portato all’adozione anche nel business travel di piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi. Le aziende della nostra industry iniziano a essere attratte da forme di consumo collaborativo, adottandole in ambito corporate. È una rivoluzione inarrestabile iniziata dal basso, cioè dal viaggiatore, e sta già trainando l’innovazione all’interno delle aziende».
Una tesi confermata dall’AirPlus Travel Management Study 2017, secondo cui al 67% dei viaggiatori d’affari italiani piacerebbe usare più spesso questa tipologia di servizi. Il problema, semmai, sta a monte: per poter inserire servizi di sharing economy nella propria travel policy, le aziende devono disporre di strumenti che consentano loro di gestire in modo agevole i processi amministrativi di rendicontazione e di pagamento dei viaggi.