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Buy Veneto, la ricetta di Zaia si chiama The Land of Venice

Si dice Veneto, ma si pronuncia “Terra di Venezia” o, in inglese, The Land of Venice. Il nuovo payoff della promozione turistica del Veneto, coniato direttamente dal presidente regionale Luca Zaia, ha debuttato in occasione dell’apertura di Buy Veneto, la tradizionale manifestazione in corso di svolgimento a Mestre che, ogni anno, presenta l’offerta turistica del territorio a un selezionato numero di buyer internazionali.

«La nostra è una terra straordinariamente ricca di attrattive, ma non dobbiamo avere la presunzione che tutti i diversi luoghi che compongono la prima regione turistica d’Italia siano ugualmente conosciuti. Allora perché non identificarla con quattro parole che possono diventare anche il nuovo motto del turismo regionale, lo slogan che con efficacia e immediatezza la individua geograficamente e ne fa intuire il valore e la bellezza: The Land of Venice», ha detto Zaia.

Il Salone, che si è aperto con la presenza di 200 buyer internazionali provenienti da 47 Paesi di tutti i cinque continenti (tra cui le new entry di Cina e India), e 360 rappresentanti di 245 imprese turistiche dell’offerta veneta, arriva dopo un 2016 da record per il turismo regionale.

Il 2017 poi, secondo  l’assessore al turismo Federico Caner, «parla già di un +5% di arrivi e di un +4% per le presenze con Treviso e Vicenza in grande crescita spinte dalla richiesta di turismo slow legato all’uso della bicicletta e all’enogastronomia, ma anche dalla grande proposta data dalle mostre». Non ci sono solo spiagge e arte, dunque, nel futuro del programmazione turistica regionale.

«Il turismo è la più grande industria del Veneto – ha affermato Zaia – con un fatturato da 17 miliardi di euro, 70 milioni di turisti, di cui 32 milioni guardano alla spiaggia. Il Veneto, come dimostrano i dati, non ha più un turismo statico ma chi viene si ferma in media quattro notti in un posto e poi va tra Venezia, le spiagge, il lago e la montagna. Questo perché il turista è sempre più informato e sceglie la propria vacanza anche attraverso il web». Obiettivo dei prossimi anni, quindi, sono il turismo slow a quello esperienziale.

«Vogliamo conquistare spazi sempre più ampi nei cataloghi dei tour operator stranieri, promuovendo e proponendo una gamma sempre più ampia di prodotti, come il turismo slow e quello green, come la rete di itinerari cicloturistici e i percorsi enogastronomici, unendoli tra loro con sapienza e professionalità, come già sta accadendo in molti territori che stanno scoprendo una vocazione turistica sino a ieri inesplorata», ha concluso Caner.

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